UN CASO DI COSCIENZA ( I, 1970)
DI GIOVANNI GRIMALDI
Con LANDO BUZZANCA, Raymond Pellegrin, Antonella Lualdi, Nando Gazzolo.
COMMEDIA
L'avvocato Salvagnino, siciliano di provincia che esercita a Roma, fa la spola tra la capitale e l'isola che gli ha dato i natali, ove lo attende la moglie: durante uno dei suoi viaggi in treno, il legale trova una rivista nella cui rubrica della posta legge, per l'appunto, la missiva di una signora che ha tradito il marito con un mezzo parente, e avvia nel giro delle proprie amicizie borghesi una sorta di indagine-provocazione, per scoprire chi sia la fedifraga.... Tratto da un racconto di Leonardo Sciascia, dalla raccolta "Il mare colore del vino", "Un caso di coscienza" ha, infatti, più pretese di satira di costume di molte commedie coeve con Lando Buzzanca protagonista, nel deridere una mentalità retrograda, che cerca di celare con ipocrisia la condizione di donne abitualmente guidate dagli uomini. Vietato addirittura ai minori all'epoca della sua uscita, benchè ci sia soltanto una scena d'amore saffico abbastanza soft, ha una regia vecchiotta e senza ispirazione, di Giovanni Grimaldi, che spreca un pò un buon cast, in cui un Buzzanca che apre anche a risvolti malinconici, un buon Raymond Pellegrin ed un turbato Nando Gazzolo danno punti a Turi Ferro, stranamente sottotono, e ad un Saro Urzì fin troppo carico; il film arriva ad una conclusione non del tutto prevedibile, che vedrà punita oltremodo la "colpevole" della lettera, con l'intervento, perfino, delle forze dell'ordine. Non dozzinale, non memorabile: un film senza particolare verve comica, impaginato decorosamente, che solleva una questione senza analizzarla approfonditamente.
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