IL MISTERO DI DONALD C. ( The Mercy, GB 2018)
DI JAMES MARSH
Con COLIN FIRTH, Rachel Weisz, David Thewlis, Ken Stott.
DRAMMATICO
Nel 1968, Donald Crowhurst, navigatore dilettante e costruttore nautico, per spirito competitivo, o voglia di fama, o per sfuggire ad una crisi di mezz'età, volle intraprendere, senza alcuna esperienza in merito, una circumnavigazione del globo in solitaria, partendo dalle coste britanniche, per diventare il primo a compiere una tale impresa, partecipando al Sunday Times Globe Race. Incastratosi in una situazione poco agevole, per via delle pressioni di chi gli aveva finanziato l'operazione, con costruzione dello scafo annessa, e il mancato perfezionamento della barca stessa, Crowhurst partì, ma il viaggio si fece complicato dopo poco.... Sugli uomini da soli in mare, di recente, sono stati girati più lungometraggi, vedi "In solitaria" e "All is lost", il migliore di questo sottogenere, con un Redford quasi silente per tutto il tempo: a "Il mistero di Donald C." manca, appunto, la capacità di raccontare senza ricorrere alle parole il progressivo spaesamento del navigatore, vistosi perso nella liquida immensità dell'oceano, anche se va detto che la regia di Marsh, non un fulmine di guerra, ma diligente, sa alternare al montaggio scene a terra e sequenze con il solo Colin Firth che vive la sua odissea tragica mentre le sue certezze si eclissano. Naturalmente, su quello che accadde veramente a Crowhurst, nella seconda parte, è frutto in gran parte delle supposizioni della sceneggiatura: l'interpretazione di Firth è da registrare tra le cose migliori del film, nonostante il suo personaggio non sia reso, in fase di scrittura, con le necessarie sfaccettature di un crollo emotivo e psichico. Troppi finali attenuano l'impatto emotivo di una pellicola qua e là interessante, che, se voleva essere una denuncia dei ricatti dei media, non viene percepita come tale.
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