HEREDITARY- Le radici del male
( Hereditary, USA 2018)
DI ARI ASTER
Con TONI COLLETTE, Alex Wolff, Gabriel Byrne, Milly Shapiro.
HORROR
Presentato al Sundance, negli anni divenuto un evento che spesso battezza futuri successi ( e forse ha perduto un pò dello spirito originario, che accoglieva tanto cinema indipendente che non avrebbe avuto distribuzione normale), "Hereditary" è il film d'esordio di Ari Aster, ma è pur sempre un titolo che vede tra i coproduttori anche Ridley Scott, e la coppia di attori importanti del cast, Toni Collette e Gabriel Byrne. Dopo aver sepolto la madre, con cui aveva un rapporto non semplice, e pare avesse fin troppo ascendente sulla sua famiglia, Annie, madre di due figli, che costruisce plastici pressochè perfetti, subisce un secondo trauma (dopo che sia lei che la figlioletta Charlie pensano di aver avuto una visione scorgendo la defunta vicino alla loro casa), questa volta ancora più lancinante: da lì in poi, sul film gravita un alone plumbeo, torbido, che porta a cose non certo positive... "Hereditary" che in molti hanno ben recensito, è uno di quei lungometraggi non semplici da classificare: per due terzi della proiezione, si assiste, in pratica, ad un film drammatico, con un lato tragico molto robusto, e, dopo qualche segnale in tal senso, si appresta nell'ultima parte a tramutarsi in un film dell'orrore vero e proprio, con possessioni, riti maledetti e una follia che dilaga. Scandito con una certa prolissità dal neoregista Aster (anche se gli va riconosciuto che alcune delle cose più drammatiche che narra sono rese con quella dose di surreale che c'è in una vera tragedia, che le rende particolarmente verosimili), lungo decisamente troppo, questo horror ha dalla sua il saper montare un'inquietudine consistente nello spettatore, che, anche a proiezione finita, non viene scacciata del tutto. Peccato che sul piano degli effetti speciali, non tutto fili liscio, e che, forse, la sceneggiatura poteva essere resa più agile ed incalzante: la prestazione di Toni Collette è comunque memorabile, quello scivolare progressivamente in una sorta di sabbia mobile di orrori sempre più forti e inesorabili è reso da attrice di prima qualità, e quel che di sordido, che in certe categorie horror è essenziale, nell'ultima parte della storia ha il suo peso per mandarci a casa non proprio rasserenati.
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