WONDER ( Wonder, USA 2017)
DI STEPHEN CHBOSKY
Con JACOB TREMBLAY, Julia Roberts, Izabela Vidovic, Owen Wilson.
DRAMEDY
Pare che l'ispirazione alla scrittrice R. J. Palacio, per "Wonder", sia venuta da un suo atteggiamento sbagliato, nell'incontrare una bimba dal volto deformato da una malattia: il film che il regista Stephen Chbosky, che aveva colto diversi apprezzamenti con "Noi siamo infinito", sempre sul mondo dei giovanissimi, è stato un successo internazionale, e da noi, un pò a sorpresa, nonostante l'uscita natalizia ( il che significa fiducia da parte dei distributori), si è piazzato tra i primi sei incassi della stagione. La storia della famiglia dell'undicenne Auggie (August), che dopo ben ventisette operazioni di plastica facciale, ha ancora un viso che causa reazioni atipiche nel prossimo, che siano di disagio, di scherno, o di sorpresa, è ben raccontata, con un equilibrio solido tra sorrisi e occhi lucidi, ma che cerca, per tutta la durata della pellicola, di fare un discorso su quanto sia relativa la "normalità". La mossa intelligente del racconto dal punto di vista di più personaggi evita di appesantire la storia di un'infanzia difficile, e la bravura degli interpreti (da tenere d'occhio Izabela Vidovic, nel ruolo complesso della sorella di Auggie) aiuta a rendere coinvolgente il film. Il quale poteva risolversi in un dolciastro apologo familista, come, purtroppo, s'è visto molte volte nel cinema hollywoodiano, ma proprio l'evitare ogni rischio di manicheismo da parte di script e regia, evitando il rancore verso anche i personaggi che esibiscono più meschinità di fronte al "diverso", rafforza il valore dell'operazione. E' un'operina gentile e dal passo fluido che può parlare di cose serie anche ai bambini, ma senza gravità, e spiegar loro che la paura di quel che è differente nasce soprattutto da una cattiva base. Sembra scontato, ma lo è molto meno di quanto sembri, in quella che si pensa sia la comune visione del mondo.
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