lunedì 28 gennaio 2019

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L'ONOREVOLE ANGELINA ( I, 1947)
DI LUIGI ZAMPA
Con ANNA MAGNANI, Nando Bruno, Ave Ninchi, Agnese Dubbini.
COMMEDIA/DRAMMATICO
Donna passionale e incline ad attrarre a sè le coinquiline della borgata in cui vive nell'immediato dopoguerra, Angelina Bianchi conduce piccole battaglie quotidiane contro chi pratica la borsa nera, chi specula sulla povera gente, chi nega l'utilizzo dell'acquedotto: acclamata da donne e uomini che vivono, come lei, in costruzioni già in malora, nonostante siano state costruite nel Ventennio, quindi solo vent'anni prima, la protagonista rischia di arrivare alla Camera dei Deputati, dopo aver dato il via all'occupazione di un vicino stabile, ma quando arriva a trattare con i "piani alti" rimane offesa e disgustata dai troppi pastrocchi di palazzo.... Tra i maggiori incassi dell'anno in cui uscì, "L'onorevole Angelina" è una commedia drammatica, che non dista troppo dal nascente neorealismo dei coevi grandi dello schermo italiano, da De Sica a Lizzani, da De Santis a Rossellini: certo, Luigi Zampa faceva un cinema più "commestibile" e sicuramente di più facile smercio, però in questo film, quanto sapore della verità dell'epoca, quanta sapidità nei dialoghi, che grinta nella resa dei volti e delle espressioni di ogni attore in scena, capitanato, ovviamente da una Anna Magnani impetuosa, vivida, abilissima a cambiare registro nello spazio di un'inquadratura: grandissima, in sostanza. Certo, quello che muove Angelina e i popolani che la sostengono, assomiglia, volendo, molto da vicino ai movimenti populisti che oggi vanno di moda, con tutti i rischi che ciò comporta, ma il "ravvedimento" finale, quel gesto di umiltà onesta della cittadina semplice che comprende che la società vive di deleghe e di competenze, manca del tutto a molti dei politici generati da questa ondata di presunta reimpostazione della cosa pubblica. Un bell'esempio di cinema popolare, che dice cose importanti, in una fase delicatissima socialmente e politicamente, e con tanto coraggio.

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