TUTTI I SOLDI DEL MONDO ( All the money in the world, USA/GB 2017)
DI RIDLEY SCOTT
Con MICHELLE WILLIAMS, CHRISTOPHER PLUMMER, MARK WAHLBERG, CHARLIE PLUMMER.
DRAMMATICO
Il cinema di Ridley Scott non lascia mai indifferenti: a fronte di opere che hanno, lo si riconosca o meno, segnato l'immaginario collettivo, quali "Alien", "Blade Runner", "Thelma & Louise", ci sono sbandate clamorose come "Soldato Jane", "Un'ottima annata", o cose riuscite alla meno peggio come "Prometheus" . "Tutti i soldi del mondo" è già passato alla Storia del cinema per la rimozione in corsa di Kevin Spacey a tempo record, per il noto scandalo che l'ha coinvolto, rimpiazzandolo con Christopher Plummer per il ruolo del magnate dispotico J. Paul Getty, tra l'altro conquistando una nomination come miglior attore non protagonista per la prova. In questa venticinquesima regia, il regista di "Black rain" narra il rapimento del nipote del ricchissimo tycoon del petrolio, John Paul Getty III, in Italia, da parte di membri della 'ndrangheta, ed i tentativi di salvare il giovane, nonostante la crudeltà dei sequestratori, che tagliarono un orecchio al ragazzo per convincere l'arido nonno a inviare il denaro. Purtroppo questo lavoro rientra nel peggio offerto dal director inglese, che salva appena il livello visivo del lungometraggio: perchè, in quanto a scrittura, definizione di ruoli e psicologie, descrizione del contesto anni Settanta in cui la vicenda si svolge, viene da domandarsi che inciampo, senza rendersene conto, abbia preso Scott. Il questore di Roma che prende ordini da un factotum di Getty davanti all'esercito ed ai Carabinieri? Caserme che accolgono il rapito in fuga e lo riconsegnano ai malviventi? Un'Italia, tra la Capitale e la Calabria, meno vivibile di un qualsiasi Stato del Terzo Mondo, ma è un vizio che, nel descrivere il nostro Paese, Ridley Scott ha avuto spesso, perchè anche la Firenze di "Hannibal" era un posto irreale ( la nebbia in piazza della Repubblica? Ma quando mai???); inoltre, il racconto, nonostante le potenzialità, non decolla mai, l'inumanità di Getty Sr., sebbene ben resa da Christopher Plummer, riguardo ai grandi taccagni del cinema, non dice niente di nuovo, tutto l'aspetto da thriller della storia, nelle trattative e nei rapporti tra sequestrato e aguzzini, sa di dejà vu e di bolso. Un film sbagliato, in maniera piuttosto palese, che per tutta la sua durata mostra artificio e cattiva impostazione.
Nessun commento:
Posta un commento