LORO- 2 ( I/F, 2018)
DI PAOLO SORRENTINO
Con TONI SERVILLO, ELENA SOFIA RICCI, Riccardo Scamarcio, Kasia Smutniak.
DRAMMATICO/GROTTESCO
A pochi giorni dall'uscita del primo segmento, ecco la restante metà del dittico di Paolo Sorrentino sul fenomeno-Berlusconi. Come per "Novecento" di Bertolucci, l'aver diviso in due un'opera comunque molto densa e sentita per chi l'ha firmata, ha un significato che va oltre la praticità di aver separato un materiale piuttosto lungo: si tratta, anche, di voler leggere con un'ottica diversa, anzi, con due ottiche, o forse da due punti di vista, il medesimo tema. Infatti, se in "Loro-1" si trattava maggiormente della bolgia umana ruotante attorno ad un Berlusconi sconfitto politicamente alle elezioni del 2006, con ampie disgressioni pertinenti al sesso ed ai corpi femminili offerti in visione e fruizione a sbavanti figuri di svariato cabotaggio e grado di potere, in questa parte seconda, ciò viene messo in secondo piano, anche se si apre con uno dei principali personaggi femminili che si depila indelicatamente il pube al bordo di una piscina. E sale più in primo piano la solitudine concreta dell' uomo-Berlusconi, pur circondato da sfarfallanti fanciulle tutte gongolanti nel gorgheggiare assieme a lui canzoni napoletane ( a dire il vero, c'è un eccesso di parti cantate che rappresentano una delle cose meno interessanti dell'intera operazione), però tradito da figure che lo hanno precedentemente sostenuto, e, ancor peggio, ripudiato dalla donna che aveva scelto come compagna di vita. I dialoghi desolati, di una donna ferita, immalinconita, amareggiata, con un eterno rampante, egocentrico al cubo, smanioso di piacere a tutti per non dispiacere a se stesso, invece, sono tra le cose più belle di questo film. Il quale ha uno dei finali più aspri, dolorosi, che si ricordi tra quelli degli ultimi anni: il pasto silente, dei vigili del fuoco accorsi dopo il terremoto, e che si apprestano allo sforzo titanico e necessario di cercare di risistemare le cose mentre intorno sono solo macerie. Una metafora sull'Italia post-berlusconiana, dopo lazzi, intrallazzi, gaia superficialità e giravolte di favori e spinte, che lascia attoniti, come quando si riceve uno schiaffo inatteso. Nel dipingere un Silvio Berlusconi che si disinteressa di tutto che non sia il proprio sollazzo, e che non sia manovrato da se stesso, Toni Servillo mette, forse, un pò troppa vis caricaturale, più che altro nelle espressioni: mentre Elena Sofia Ricci dà un'eleganza indignata alla sua Veronica Lario, che non si dimentica ( e si concede anche un nudo integrale, a cinquantasei anni, di tutto rispetto). Resoconto critico, anche quando non dà l'impressione di esserlo appieno, di anni persi di un Paese dietro al fatuo ed al ludico assurti a condizione mentale e sociale, "Loro" farà ancora più male tra un pò di tempo, quando avremo più modo di capire fino a dove quel mondo garrulo e corrotto ha corroso questa società.
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