TOMB RAIDER ( Tomb Raider, USA 2018)
DI ROAR UTHAUG
Con ALICIA VIKANDER, Dominic West, Walton Goggins, Daniel Wu.
AVVENTURA/FANTASTICO
Si parlava da un bel pò di un reboot delle avventure cinematografiche di Lara Croft, e alla fine, il progetto si è concretizzato: tenendo conto dell'evoluzione grafica del personaggio nel mondo videoludico, si è puntato meno sulle curve sensuali di quando venne scelta Angelina Jolie e i produttori hanno ingaggiato la più atletica Alicia Vikander, in una storia che narra le origini del controcanto al femminile di Indiana Jones. Abbiamo modo qui di vederla in versione infante, nei flashbacks, a confronto con l'amato e sperduto padre, di cui ha sentito ovviamente una gran mancanza crescendo: il destino vuole che la ragazza ritrovi tracce del genitore in una ricerca, risolvendo enigmi, che la porta a Hong Kong e poi all'isola di Yamatai, in cui sembra che sia sepolto un segreto nella tomba di un'antica regina, che è la ragione per la quale il padre dell'eroina è partito senza fare ritorno. Diretto dal norvegese Roar Uthaug, il cui nome pare un rumore onomatopeico, questo re-inizio delle avventure della ragazza a caccia di manufatti e sfidante nemici e mostri di ogni tipo poco aggiunge ad una saga che già non aveva inciso granchè: la Vikander pare sprecata in una parte con la quale ha un approccio più che altro ginnico, e se il plot è risaputo, anche le scene d'azione appaiono molto macchinose. Con il risultato, non incoraggiante, di far percepire una sensazione di asfittico, che è l'opposto di quello che un cinema di avventura dovrebbe far provare allo spettatore. Dato che al box-office, la regola primaria è che per essere definito un successo vero e proprio, un film deve incassare tre volte quel che è costato, i 270 milioni di dollari entrati nelle casse della produzione, confrontati con i 94 del budget compensano perfettamente lo sforzo economico, e lasciano pensare che vedremo altri episodi. Ma non è che questa ripartenza sia incoraggiante...
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