DOWNSIZING- Vivere alla grande
( Downsizing, USA 2017)
DI ALEXANDER PAYNE
Con MATT DAMON, Hong Chau, Christoph Waltz, Udo Kier.
COMMEDIA/FANTASCIENZA
Come risolvere il problema della sovrappopolazione mondiale, che, al momento, sembriamo non considerare abbastanza, ma in futuro darà molti problemi di sicuro? Scienziati all'avanguardia scoprono la maniera di rimpicciolire gli esseri viventi, e la scelta, appunto, di ridursi di dimensioni, con tanto di ambienti in scala, potrebbe essere un'idea. In seria difficoltà di bilancio, Paul e Audrey Safranek (Matt Damon e Kristen Wiig) decidono di farsi includere tra gli americani che optano per la scelta, non reversibile, di diventare alti non più di quindici centimetri, ma al momento cruciale, la donna cambia idea, mentre il marito prosegue. Scoprirà tutto un mondo diverso, tra i "ridotti", e cambierà anch'egli, a contatto con una comunità diversa. Il nuovo film di Alexander Payne, presentato all'ultimo festival di Venezia, ha conosciuto stroncature di livello ( l' "Herald Tribune" lo ha definito "un fiasco narrativo, di tono, visivo e sociopolitico"), anche troppo feroci, però, a dir la verità, dall'autore di "A proposito di Schmidt" e "Nebraska", che ha qualità non comuni nel dipingere la società americana, raccontando piccole storie che compongono un mosaico complesso, ci si aspetta sempre qualcosa di molto significativo. Uno dei difetti principali di "Downsizing" è la durata, ipertrofica, di due ore e venti minuti, che, soprattutto nella seconda parte, rivelano una fiducia eccessiva, fino all'autocompiacimento, della regia nel proprio talento narrativo: invece la pellicola ci mette molto più del necessario ad arrivare al prevedibile finale che vedremo. Attraversato da una dose di malinconia imprescindibile nel cinema di questo regista, comunque capace e degno di nota, il film abbozza un discorso apprezzabile, ma più volenteroso che efficace, sulla necessità della solidarietà come sbocco dell'umanità, bacchettando certe scelte infine egoistiche di chi sceglie la fuga o l'autoesilio, di certi intellettuali che alzano bandiera bianca invece di proporre e suggerire. Del cast il più in palla è Christoph Waltz, nel ruolo del disincantato vicino di casa del protagonista, mentre viene sprecata Kristen Wiig, con poco spazio e una parte rabberciata. Non merita una stroncatura sonora come quelle di cui sopra, però va detto che non sarà ricordato come uno dei passi più riusciti della filmografia di Payne.
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