domenica 14 gennaio 2018

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LA RUOTA DELLE MERAVIGLIE ( Wonder wheel, USA 2017)
DI WOODY ALLEN
Con KATE WINSLET, Juno Temple, James Belushi, Justin Timberlake.
DRAMMATICO
A Coney Island, in pieni anni Cinquanta, giunge una ragazza dall'aria spaurita e confusa: cerca il padre, che non vede da anni, il quale gestisce una giostra nel celebre luna park, e ha sposato un'altra donna, con cui condivide una piccola abitazione posta proprio sotto la "Wonder Wheel", una delle maggiori attrazioni del centro di divertimenti. La giovane è in fuga da un marito che fa parte di una cricca di gangsters, e la reazione della famiglia del congiunto al suo arrivo non è delle più calorose: in più, la moglie del genitore ha intrapreso una relazione clandestina con un giovane che fa il bagnino, ma sogna di diventare un apprezzato drammaturgo. Woody Allen ritorna con l'abituale lavoro annuale, con un dramma che racconta una questione di coscienza, o meglio, della sua mancanza. Perchè, come accaduto anche in suoi titoli come "Crimini e misfatti", o "Match point", quando ci sono in ballo dei potenziali crimini, l'atteggiamento umano è spesso meschino e induce le persone a guardare da un'altra parte, o addirittura agire in malafede, per togliere d'intralcio faccende che potrebbero complicar loro l'esistenza. "La ruota delle meraviglie", accolto con pareri piuttosto contrastanti dalla stampa americana, è anche un deliberato omaggio al cinema mèlò hollywoodiano, con colori pastosi e densi, rossi fiammeggianti e gialli abbaglianti, a cura di Vittorio Storaro, che per la seconda volta collabora con Allen, confezionando, di seguito a "Cafè Society", quadri di gran smalto visivo per l'autore di "Manhattan". I millantati sogni di gloria di alcuni dei personaggi principali sono un alibi alla loro mediocrità di fondo che li porta a galleggiare in esistenze vacue e amorali. Come suo consueto, Woody Allen concentra molto della propria regia sulla conduzione degli interpreti: se da James Belushi tira fuori un ritratto di cialtrone a un tempo generoso e lazzarone, affida a una Kate Winslet di un fascino sempre più denso una femmina folle e fragile, infame e disperata, passionale e stremata. In un film comunque da vedere, per la forza di piccolo grande racconto morale che possiede, la cosa migliore è la prova maiuscola di questa interprete, che rammenta molto da vicino quella che, proprio per Allen, in "Blue Jasmine", portò all'Oscar Cate Blanchett. E, perlomeno una nomination, sarebbe giusto reclamarla per la splendida Kate.

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