PECCATO CHE SIA UNA CANAGLIA (I, 1954)
DI ALESSANDRO BLASETTI
Con SOPHIA LOREN,,MARCELLO MASTROIANNI, Vittorio De Sica, Memmo Carotenuto.
COMMEDIA
Dopoguerra a Roma, i tassisti sono ancora con la vestina, e uno di loro accetta una corsa con due giovanotti e una sventola di ragazza, ma si accorge che il trio ha intenzioni truffaldine, e scoppia una rissa. Viene fuori che gli è andata bene, perché rischiava di farsi rubare la macchina, però la bellissima ragazza gli è rimasta impressa: solo che viene da una famiglia dedita al raggiro e alla truffa, guidata da un capostipite maestro dell'inganno... Blasetti, come insegna "Bellissima" di Visconti, era un nome altisonante all'epoca, seppure oggi sia un cineasta poco citato, e alle prese con una commedia briosa, nello spirito del tempo quando l'Italia si stava rialzando dai cocci della guerra, sta al passo di autori che faranno la commedia italiana, come Monicelli, Risi, Zampa e compagnia bella. Del gustoso cast assemblato, figura questa volta Sophia meglio di Marcello: sensualissima e brava a giocare il proprio ruolo tra l'infido e il carezzevole, appare più in palla del futuro illustre collega, che dà una prova fin troppo esagitata. E quando, nel finale, sale in cattedra Vittorio De Sica, se ne apprezza una volta di più la sua verve sorniona, la sua ironia solida, il suo istrionismo misurato che lo rende con due battute padrone della scena. Un crescendo piacevole, che nel cruciale sottofinale al commissariato trova il suo meglio
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