SI VIVE UNA VOLTA SOLA (I, 2020)
DI CARLO VERDONE
Con CARLO VERDONE, ROCCO PAPALEO, ANNA FOGLIETTA, MAX TORTORA.
COMMEDIA
In assoluto tra i primi titoli a subire l'impatto, certo non confortante, delle misure restrittive legate all'esplosione dell'emergenza-virus, dato che il blocco alla distribuzione della pellicola nelle sale italiane giunse in concomitanza alla presentazione della stessa da parte di autore e cast alla stampa, nel Febbraio 2020, "Si vive una volta sola" è stato anche uno dei primi film pensati per la sala cinematografica rimandati a lungo e poi distribuiti direttamente su piattaforma digitale per la regia numero ventisette di Carlo Verdone ( guardate che sono tante, per uno che abitualmente fa anche da protagonista ai film che co-scrive e dirige). E se si seguono i social, impressionante è la fiumana di critiche stroncanti il film, piuttosto velenose e inferocite: questa commedia racconta la storia di quattro colleghi e amici dell'ambiente clinico, ad alto livello, visto che li conosciamo mentre ricevono la visita di un prossimo paziente come il Papa, e se il gruppetto è molto preso a organizzare scherzi cattivelli al più bonario ( l'anestesista Rocco Papaleo), quando il chirurgo capo Verdone riceve la brutta notizia che l'amico è affetto da un male incurabile che lascia poco tempo da vivere, viene organizzata una gita di quattro giorni in Puglia ove svelare la drammatica verità all'inconsapevole sfortunato. Tra l'altro, la vita privata di ognuno dei quattro, in antitesi al successo professionale e al benessere materiale, è un disastro bello e buono: chi non riesce ad avere rapporti con una figlia procace tentata dall'effimero successo come valletta TV ( Verdone), chi non riesce a tenere su una qualsiasi storia sentimentale (Foglietta), chi viene regolarmente tradito dalla consorte e si rifugia in un cinismo spiccio ( Tortora). Come si diceva, questo film ha conosciuto soprattutto opinioni avverse, bollature da opera pessima, sbagliata e quant'altro: diciamo che non è il lavoro più ispirato verdoniano, ma ne ha fatti di ancora meno riusciti ( "Sotto una buona stella" e "L'abbiamo fatta grossa" erano meno calibrati, qui c'è perlomeno un gioco d'attori intonato), ed è la conferma ulteriore che la Rete ha dato fiato a fin troppi recensori con poca cultura cinematografica e scarso equilibrio critico. Del cast chi figura meglio è Rocco Papaleo, completamente al servizio del racconto, mentre meno a proprio agio figura Max Tortora, non incisivo come altrove. Forse un po' più sboccata del solito la sceneggiatura, qualche volgarità di troppo, ma del resto, anche Woody Allen con gli anni è divenuto sessocentrico....
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