ALLACCIATE LE CINTURE (I, 2014)
DI FERZAN OZPETEK
Con KASIA SMUTNIAK, Francesco Arca, Francesco Scianna, Carolina Crescentini.
DRAMMATICO
Una storia d'amore narrata da prima che sbocci, attraverso gli anni, fino a lasciarla su un sospeso condizionato da uno di quei forse enormi che possono segnare il procedere, o meno, di un'esistenza. Tra Elena e Antonio sembra un rapporto che non s'ha da fare: di classi sociali diverse, di culture opposte, lei idealista e lui razzista e omofobo, eppure i sensi li spingono nelle braccia una dell'altro, il rapporto si solidifica, diventa una famiglia, fino a quando non viene diagnosticato alla donna un cancro, che rimette tutto in discussione: anche la deriva peggiorativa a cui stava andando incontro il legame tra i due protagonisti. Dopo "Rosso Istanbul", che aveva lasciato perlopiù perplessi in tanti spettatori, Ozpetek torna a girare in Puglia, ambientando a Lecce questa storia di amori e dolori, sferzate di vita e cadute improvvise: nonostante alcuni passaggi del racconto risultino abbastanza sommari ( vedi il successo dell'idea imprenditoriale della protagonista) il film ha discreta tenuta, conta sull'ottima interpretazione di Kasia Smutniak, e risulta convincente anche Francesco Arca, a suo agio in un ruolo composto da diversi spigoli, e ha il pregio di non volere risolvere tutto entro la sua durata, giungendo a una conclusione che è tra le cose migliori della pellicola. Perché la vita non dà tutte le risposte che si cercano, e in un finale quasi metafilmico, in cui i personaggi sfiorano i sé del passato, affrontare i primi passi del futuro in un luogo del cuore può perlomeno dare il coraggio di andare avanti, ritrovando quello che si è stati.
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