DI GEORGE CLOONEY
Con TYE SHERIDAN, Ben Affleck, Daniel Ranieri, Lily Rabe.
DRAMMATICO
Uscita direttamente sulla piattaforma Amazon Prime, così come l'anno scorso il penultimo film diretto dalla star, l'ottava regia di George Clooney forse conferma che per molta gente di cinema, in questa fase assai complicata per la distribuzione dei film, girare per la fruizione diretta su digitale può agevolare. Tratto da un romanzo di J.R. Moheringer, "The tender bar"( il titolo originale è un gioco di parole, "bartender" significa barista, personaggio che ha un ruolo chiave nella storia), è un classico romanzo di formazione che parte nel 1973, raccontando dall'infanzia alla tarda adolescenza l'autobiografia dello scrittore, tra un padre assente che le rare volte che si palesa fa peggio che mai, una madre combattiva nonostante la vita le sorrida poche volte, uno zio che possiede un pub e cerca di essere una figura di riferimento, e un nonno che appare un relitto, ma che a sorpresa mostrerà doti nascoste. In un lasso di tempo lungo poco più di una decina d'anni, seguiamo la storia di un giovane cui manca il benessere materiale, ma non la protezione di una famiglia strampalata, di gente dalle occasioni mancate, ma attenta a dare al ragazzo le dritte per uscire nel mondo e cercare una propria strada. La regia di Clooney ha delle finezze che diventano momenti toccanti ( il bimbo che aspetta l'arrivo del padre per tutta una giornata, che ovviamente non arriverà), o evidenzia con buona mano il passaggio netto all'età adulta ( la reazione di J.R. all'ennesima dimostrazione di vigliaccheria tronfia del padre): spesso ispirato, pur tra alti e bassi, il divo di "Fratello, dove sei?" si conferma tra i più interessanti degli ultimi vent'anni, tra gli attori passati anche dietro alla macchina da presa. Fatto salvo il dubbio circa la scarsissima rassomiglianza tra Daniel Ranieri, che interpreta il protagonista da bambino, e Tye Sheridan, che lo impersona quando è un giovanotto, la regia conduce bene gli attori, tra i quali spiccano un Ben Affleck in una delle prove migliori della carriera, e un Christopher Lloyd divertente quanto tenero, nel ruolo del nonno che sfodera un lato coltissimo inusitato.
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