domenica 23 gennaio 2022


 
UN UOMO TRANQUILLO ( Cold pursuit, USA/GB/CAN/NK 2019)

DI HANS PETTER MOLAND
Con LIAM NEESON, Laura Dern, Emmy Rossum, Tom Bateman.
THRILLER/AZIONE
Nelson è una persona semplice: addetto spazzaneve di una cittadina sulle Montagne Rocciose, vede la sua vita sconvolgersi quando gli viene ucciso il figlio da uno spacciatore locale. Il ragazzo si era messo in un guaio, per via di un amico intrallazzato con la malavita, e la vendetta furibonda del padre, che elimina sia il mandante che gli esecutori del delitto, genera un'ulteriore escalation di violenza e omicidi  che decimano due clan malavitosi che trafficano nella droga, fino a uno showdown sulla neve al sangue. Remake americano di "In ordine di sparizione", diretto dallo stesso Moland, uscito nel 2014, "Un uomo tranquillo" riprende il titolo del celebre classico di John Ford, con John Wayne, in chiave ancora più sarcastica: una delle idee migliori della pellicola, infatti, è quella tonalità sarcastica con cui viene narrata tutta la vicenda, comprese le scene in cui vengono commessi i delitti, e altrettanto intelligente è lo "schema" nel quale vengono via via elencati i personaggi tolti di mezzo. Però, per quanto oramai Liam Neeson sia consacrato come lo sterminatore della porta accanto, è parecchio sommaria la sua mutazione da bonario addetto ai servizi per la comunità, a giustiziere indomito e deciso a portare a termine, costi quel che costi, la sua missione, debellando a suon di gente mandata al camposanto intere associazioni a delinquere. Per concludere coerentemente, nell'ultimissima scena la regia infila un'ennesima morte, che si svolge in maniera particolarmente rocambolesca. I titoli di coda presentano una sorta di lista dei personaggi passati a miglior vita, a suggellare il tono di umorismo acido che fa da sottofondo alla pellicola.

venerdì 14 gennaio 2022


 
GODZILLA  II-KING OF THE MONSTERS( Godzilla II- King of the Monsters, USA 2019)

DI MICHAEL DOUGHERTY
Con KYLE CHANDLER, VERA FARMIGA, Mille Bobby Brown, Ken Watanabe.
FANTASCIENZA/AVVENTURA
Nel progetto "Monsterverse", culminato recentemente con "Kong vs. Godzilla", nel quale i due mostri dominatori dell'universo cinematografico internazionale, l'uno generato negli Usa tra la prima e la seconda guerra mondiale, l'altro ideato nel Giappone post- bombardamento atomico, questa pellicola è l'atto terzo: si apre, come "Batman v Superman" con gli effetti devastanti della lotta titanica  nel  primo "Godzilla" tra il megalucertolone anfibio e i due insettoidi nucleari sorti da sotto terra, vista da una famiglia che ha perso un figlio nel pandemonio scatenatosi tra le creature. La scienziata che faceva parte del nucleo familiare, qualche anno dopo, è al lavoro per studiare un altro essere, Mothra, in Asia, che come gli appassionati sapranno, diverrà una farfalla gigantesca: c'è un progetto, che consiste nel trovare le altre creature che giacciono sotto oceani e crosta terrestre, e come risaputo, sarebbe meglio non andare a stuzzicare troppo la Natura. Inoltre, Godzilla non si mostra appunto dagli eventi di qualche anno addietro.... Seguito steroidizzato di quel "Godzilla" di Gareth Edwards che aveva puntato, pur senza mancare come spettacolo, su una maggiore "rarefazione", come "Lo squalo" e "Alien", mostrando il mostro con il contagocce, questo sequel fa l'esatto contrario, tenendo in scena per la maggior parte creature distruttrici, soprattutto la nemesi Ghidorah, in pratica un'idra a tre teste. Tra personaggi che accettano di buon grado di sacrificarsi per far sì che il conflitto tra creature mostruose si concluda con il risultato meno peggio per l'umanità, grattacieli polverizzati, zampe che schiacciano di tutto, la battaglia finale si svolge mandando in briciole Boston, che, a giudicare da quel che accade, diventerà per circa trecento anni terreno da cui stare parecchio alla larga, vista la radioattività sparsa entusiasticamente dalla lotta tra "titani". Se si era appassionati dei vecchi film con battaglie tra mostri, questa ne è la versione de luxe, ma come tutte le cose troppo insistite e palesi, difficile non arrivare alla conclusione senza che il gran frastuono stucchi.

giovedì 13 gennaio 2022


 
QUI RIDO IO ( I, 2021)

DI MARIO MARTONE
Con TONI SERVILLO, Maria Nazionale, Cristiana Dell'Anna, Gianfelice Imparato.
DRAMMATICO/BIOGRAFICO
Curioso che, più o meno in contemporanea, siano stati girati due film paralleli, su Eduardo Scarpetta, considerato il padre della commedia napoletana moderna, e sui fratelli De Filippo, figli non riconosciuti di Scarpetta, i quali, come sappiamo, sono stati, per teatro e cinema, dei grandissimi. Il primo dei due lavori è firmato da Mario Martone, e l'altro da Sergio Rubini: in questo lungometraggio, che riprende nel titolo la scritta fatta apporre da Scarpetta sulla propria abitazione ( ma nel finale il titolo assume un altro senso, con un sarcasmo sopraffino) il regista de "Il giovane favoloso" racconta Scarpetta senza fargli sconti, illustrandone la fama consolidata e l'indole egocentrica, la genialità comica e la personalità accentratrice, compreso il vizio di fare figli, con più donne, garantendone il sostentamento ma guardandosi bene dal dare loro un nome o assumerne la guida come padre vero e proprio. Martone fa un film politico, sottolineando le invidie dei giovani leoni della commedia acclamanti D'Annunzio, che tra l'altro viene dipinto come una figura ambigua: il regista compie un bell'affresco della Napoli del primo Novecento, dirigendo un cast brillante e composito ( peccato però per una Iaia Forte un po' sprecata), che fa capo a un Toni Servillo che dosa bene le tonalità conferite al suo Scarpetta, carismatico e cinico, appassionato e ironico. Una bella lezione di cinema impastato al teatro, su una figura di cui si è più che altro letto, ma finora scansata dal grande schermo, cui si devono opere divenute classici grazie soprattutto a Totò, ad esempio con gli adattamenti di "Un Turco Napoletano" e "Miseria e nobiltà".


 
THE NEST- Il nido ( I, 2019)
DI ROBERTO DE FEO
Con JUSTIN KOROVKIN, Francesca Cavallin, Ginevra Francesconi, Maurizio Lombardi.
HORROR
Cosa ci sarà al di fuori della "Tenuta", terreno piuttosto ampio, ma chiaramente limitato, al cui centro si erge una grande villa, gestita dalla bella e severa Elena, che alleva con rigidi principi il piccolo Samuel, costretto su una carrozzina dai primi anni? Sappiamo che il bimbo è in quella condizione dopo che il padre, nel prologo, ha tentato di portarlo via dal posto, ma, inseguito, è morto nell'incidente che poi ha causato la paralisi del ragazzino. E perché chi accenna al mondo esterno subisce punizioni crudeli? L'arrivo di una ragazzina, appena più grande di Samuel, creerà un'incrinatura nell'ambiente. Opera d'esordio di Roberto De Feo, che è stata fatta uscire a metà Agosto del 2019, come usava un tempo per gli horror truculenti di Fulci & co., "The Nest-Il nido" ha ottenuto ottima critica, e ha riscosso un successo sui mercati piuttosto robusto, che ha fatto vendere il film in diversi Paesi. Il film ha una costruzione elegante, è diretto con cura e scandito con passo piano, con inserti orrorifici centellinati: forse anche troppo ricercato nello stile, perché il cinema d'orrore, per funzionare appieno, deve anche avere un lato "sporco", però va riconosciuto al neoregista buona mano nel dipingere un clima opprimente. Rimangono dei dubbi su alcuni passaggi della trama che poi non vengono sviluppati ( la misteriosa medicina iniettata al piccolo protagonista, ne resta solo un flacone ma non è ben chiarito a cosa serva davvero, nel finale  non è dato sapere perché un certo personaggio agisca in un certo modo), però De Feo gira bene, e trae buone prove dai suoi attori. Interessante il cast, nel quale si ricorda la ferita dolcezza del giovanissimo Justin Korovkin, la gelida tensione di Francesca Cavallin, e la ferocia sorda di Maurizio Lombardi, attore fiorentino che già da un po' si presta con abilità a ruoli disparati con eclettismo e bravura.


 
ALLACCIATE LE CINTURE (I, 2014)

DI FERZAN OZPETEK
Con KASIA SMUTNIAK, Francesco Arca, Francesco Scianna, Carolina Crescentini.
DRAMMATICO
Una storia d'amore narrata da prima che sbocci, attraverso gli anni, fino a lasciarla su un sospeso condizionato da uno di quei forse enormi che possono segnare il procedere, o meno, di un'esistenza. Tra Elena e Antonio sembra un rapporto che non s'ha da fare: di classi sociali diverse, di culture opposte, lei idealista e lui razzista e omofobo, eppure i sensi li spingono nelle braccia una dell'altro, il rapporto si solidifica, diventa una famiglia, fino a quando non viene diagnosticato alla donna un cancro, che rimette tutto in discussione: anche la deriva peggiorativa a cui stava andando incontro il legame tra i due protagonisti. Dopo "Rosso Istanbul", che aveva lasciato perlopiù perplessi in tanti spettatori, Ozpetek torna a girare in Puglia, ambientando a Lecce questa storia di amori e dolori, sferzate di vita e cadute improvvise: nonostante alcuni passaggi del racconto risultino abbastanza sommari ( vedi il successo dell'idea imprenditoriale della protagonista)  il film ha discreta tenuta, conta sull'ottima interpretazione di Kasia Smutniak, e risulta convincente anche Francesco Arca, a suo agio in un ruolo composto da diversi spigoli, e ha il pregio di non volere risolvere tutto entro la sua durata, giungendo a una conclusione che è tra le cose migliori della pellicola. Perché la vita non dà tutte le risposte che si cercano, e in un finale quasi metafilmico, in cui i personaggi sfiorano i sé del passato, affrontare i primi passi del futuro in un luogo del cuore può perlomeno dare il coraggio di andare avanti, ritrovando quello che si è stati. 

mercoledì 12 gennaio 2022



IL BAR DELLE GRANDI SPERANZE ( The tender bar, USA 2021)
DI GEORGE CLOONEY
Con TYE SHERIDAN, Ben Affleck, Daniel Ranieri, Lily Rabe.
DRAMMATICO
Uscita direttamente sulla piattaforma Amazon Prime,  così come l'anno scorso il penultimo film diretto dalla star, l'ottava regia di George Clooney forse conferma che per molta gente di cinema, in questa fase assai complicata per la distribuzione dei film, girare per la fruizione diretta su digitale può agevolare. Tratto da un romanzo di  J.R. Moheringer, "The tender bar"( il titolo originale è un gioco di parole, "bartender" significa barista, personaggio che ha un ruolo chiave nella storia), è un classico romanzo di formazione che parte nel 1973, raccontando dall'infanzia alla tarda adolescenza l'autobiografia dello scrittore, tra un padre assente che le rare volte che si palesa fa peggio che mai, una madre combattiva nonostante la vita le sorrida poche volte, uno zio che possiede un pub e cerca di essere una figura di riferimento, e un nonno che appare un relitto, ma che a sorpresa mostrerà doti nascoste. In un lasso di tempo lungo poco più di una decina d'anni, seguiamo la storia di un giovane cui manca il benessere materiale, ma non la protezione di una famiglia strampalata, di gente dalle occasioni mancate, ma attenta a dare al ragazzo le dritte per uscire nel mondo e cercare una propria strada. La regia di Clooney ha delle finezze che diventano momenti toccanti ( il bimbo che aspetta l'arrivo del padre per tutta una giornata, che ovviamente non arriverà), o evidenzia con buona mano il passaggio netto all'età adulta ( la reazione di J.R. all'ennesima dimostrazione di vigliaccheria tronfia del padre): spesso ispirato, pur tra alti e bassi, il divo di "Fratello, dove sei?" si conferma tra i più interessanti degli ultimi vent'anni, tra gli attori passati anche dietro alla macchina da presa. Fatto salvo il dubbio circa la scarsissima rassomiglianza tra Daniel Ranieri, che interpreta il protagonista da bambino, e Tye Sheridan, che lo impersona quando è un giovanotto, la regia conduce bene gli attori, tra i quali spiccano un Ben Affleck in una delle prove migliori della carriera, e un Christopher Lloyd divertente quanto tenero, nel ruolo del nonno che sfodera un lato coltissimo inusitato.


 
IO SONO BABBO NATALE ( I, 2021)

DI EDOARDO FALCONE
Con MARCO GIALLINI, GIGI PROIETTI, Antonio Berardi, Daniele Pecci.
COMMEDIA/FANTASTICO
Anni fa, un celebre spot di una casa produttrice di biscotti usava il tormentone "Ma chi sono io, Babbo Natale???": in questa commedia a sfondo fantastico, il celebre omone di rosso e bianco vestito, che porta doni ai bimbi di tutto il mondo, si cela sotto mentite identità. Infatti, lo incontra, forse per caso, e forse no, un ex detenuto che, uscito sei anni dopo l'incarcerazione, conosce un anziano signore che lo accoglie e gli fa da amico e insieme mentore: si rivelerà essere proprio quello che esiste soprattutto per o bambini che ci credono....  Edoardo Falcone, rispetto ad altri registi ancora in divenire, che si stanno specializzando nella commedia, con "Se Dio vuole" aveva colpito per il buon taglio e la spigliata gestione dei tempi comici di sceneggiatura e attori, qui ritrova Marco Giallini, e ha l'ultima prova cinematografica di Gigi Proietti prima della sua scomparsa: il film è garbato, tra i due attori principali soprattutto c'è buona alchimia, però il tutto si risolve in una favola bonaria che assomiglia a tante commediole natalizie americane a sfondo fantastico al rassicurante sapore di edificante. Effetti speciali volenterosi ma un po' casarecci, e conclusione molto simile a una parabola. Del resto, è pur sempre un film sul Natale....

martedì 11 gennaio 2022


 
A PROPOSITO DI OMICIDI...( The cheap detective, USA 1978)

DI ROBERT MOORE 

Con PETER FALK, Madeline Kahn, Marsha Mason, Ann-Margret.

COMICO

Con pochissimi titoli diretti, Robert Moore è stato attore, sceneggiatore e regista che avrebbe meritato altra considerazione, invece di essere più o meno relegato nell'oblio dai cinefili e da chi scrive di cinema: vero che, negli anni, il suo esordio dietro alla macchina da presa, "Invito a cena con delitto" è giustamente salito al rango di cult-movie, però anche questa sua opera seconda, che, quando uscì, non raccolse moltissimo interesse, è un titolo da riscoprire. Dotato di un gusto parodistico affine a quello di Mel Brooks, ma meno tendente alla sbracatura e ancora più attento alle citazioni da appassionato dei classici cinematografici, Moore mette su in questo suo lavoro, una sfrenata presa in giro del noir duro e puro, con un investigatore privato come protagonista, in un intrigo ingarbugliatissimo, con tanto di furti e delitti, ambientato negli anni della II Guerra mondiale, con ampie allusioni a "Casablanca", tanto per non farsi mancare niente. Cadaveri rimasti stecchiti al telefono, cocktail Martini pronti nei cassetti, e via enumerando, la verve citazionista/ derisoria del film parte a mille, e peccato che, forse anche per la sovrabbondanza di gags e battute, un po' di ritmo qua e là si perda, probabilmente per fin troppa smania di perfezionismo: ma il cast di caratteristi di nome ( Crothers, Kahn, Channing, Houseman, Williams, De Luise, Coco, Ann-Margret, Caesar, Mason) è un corollario perfetto attorno al detective Peter Falk, imperterrito nel servire con nonchalance sopraffina la carica umoristica della regia. Si ride volentieri, e spesso, in una trama che, come titoli leggendari del genere, vedi "Il Falcone maltese" e " Il grande sonno", gioca con lo spettatore a fargli capire il meno possibile di quel che accade sullo schermo.





lunedì 10 gennaio 2022


 

MISS DETECTIVE ( Miss Congenialità, USA 2000)

DI DONALD PETRIE
Con SANDRA BULLOCK, Michael Caine, Benjamin Bratt, Candice Bergen.
COMMEDIA/ GIALLO
Le partecipanti al concorso di Miss America ricevono minacce da un misterioso guastatore dell'istituzione mondana: gli organizzatori chiedono aiuto, addirittura, all'FBI, che fa infiltrare una sua agente tra le concorrenti. Però la giovane, per quanto di bell'aspetto, è fin troppo rustica e mascolina negli atteggiamenti e nel modo di vestire, e urge rapido qualcuno che in brevissimo tempo renda credibile l'agente Hart come aspirante al titolo di reginetta. Se pensate che ogni cosa che può apparire scontata, o prevedibile, della trama di "Miss Detective", sullo schermo succederà, ci avete preso: mischiando echi di "My Fair lady" a uno di tanti titoli con un training con lati umoristici per poliziotti o investigatori in genere, la sceneggiatura scritta a sei mani di questo giallo rosa non offre nulla che non sia ampiamente presagito da spettatori con un buon bagaglio di cinema brillante visto. Rimane la professionalità della confezione, diversi attori di vaglia ( dalla protagonista e produttrice Sandra Bullock ai comprimari Michael Caine, Candice Bergen, Ernie Hudson, William Shatner) che danno un apporto perlomeno di mestiere, qualche occasione, non frequentissima, per sorridere, e una soluzione dell'inghippo che può lasciare anche un po' perplessi. Agli americani è piaciuto tanto da farne un sequel, cinque anni dopo, da noi ha riscontrato entusiasmi minori. Paese che vai....


 
RESTIAMO AMICI ( I, 2018)

DI ANTONELLO GRIMALDI
Con MICHELE RIONDINO, Alessandro Roja, Libero De Rienzo, Violante Placido.
COMMEDIA
Agli amici degli anni verdi si è soliti rimanere legati, nonostante passino i decenni, e le vite di ognuno prendano piega diversa, con scelte e  direzioni differenti intraprese:  il quarantenne Alessandro, vedovo e con figlio adolescente, non è soddisfattissimo della vita molto routinaria che conduce in quel di Trento, e quando arriva la drammatica richiesta del vecchio amico Gigi, stabilitosi in Brasile, che gli manda un biglietto aereo per andare a trovarlo urgentemente, le cose cambiano. Anche perché deve rivolgergli una richiesta d'aiuto piuttosto particolare. Antonello Grimaldi colse il suo maggior successo da regista di cinema nel 2008, con l'adattamento per lo schermo di "Caos calmo", e un po' ha stupito la sua assenza dalla macchina da presa, durata in pratica dieci anni. Ma tornare a dirigere presentando un film come questo, in cui si fatica a passare gli ottanta minuti di proiezione, i dialoghi sono scritti con artificiosità e superficialità, attori altrove degni di maggior nota sembrano dilettanti nemmeno troppo portati, non rende un bel servizio all'autore. Insulso fino al risultare irritante, "Restiamo amici" vorrebbe chiudersi su una nota ambigua, ma gli riesce male pure quello: dura poco, vero, ma anche gli ottanta e poco più minuti che fa passare di fronte a uno schermo, appare tempo sprecato.


 
TUTTA UN'ALTRA VITA ( I, 2019)

DI ALESSANDRO PONDI
Con ENRICO BRIGNANO, Ilaria Spada, Paola Minaccioni, Giorgio Colangeli.
COMMEDIA
Il tassista Gianni è uno come tanti: ha una vita familiare che non lo fa felice, obblighi con banche e lavoro, e sogna sempre una svolta che gli faccia cambiare tutto, accanendosi con i "Gratta e vinci" e altri tentativi di fare il colpaccio. Accompagnando una coppia benestante e snob all'aeroporto, ritrova le chiavi della villa degli antipatici due sui sedili del taxi, e per due settimane vi si piazza, conoscendo nel frattempo una sventola che sembra avere forte interesse per lui, e inventandosi, in pratica, un'altra identità, svicolando tra gli impegni di casa. Ovviamente, il gioco alla lunga è difficile da reggere.... Alla seconda regia dopo "Chi m'ha visto?", che pure non era un esordio sfavillante, lo sceneggiatore e regista Alessandro Pondi sembra fare un netto passo indietro: l'intera pellicola sembra un'esaltazione dell'effimero, insieme una deprecazione di una vita "normale" e un'aspirazione a un'esistenza in cui ogni bene materiale diventa l'unico scopo per cui alzarsi la mattina. Il che fa, giungendo alle conclusioni cui arriva il film nel finale, lo fa apparire anche diseducativo, oltre che poco divertente e scontato in ogni sua sequenza. Enrico Brignano continua a ottenere ruoli da protagonista, e qua e là sembrerebbe avere anche potenziale interessante, ma si limita a riproporre quasi sempre un personaggio da semplicione un po' insofferente che, però, ha anche facili entusiasmi, meglio figurano le sue colleghe Ilaria Spada, Paola Minaccioni e Daniela Terreri. Ma si conclude la visione con una sensazione un po' sconsolata, che non è esattamente ciò che una commedia anche volutamente "senza pensieri" dovrebbe lasciare.

domenica 9 gennaio 2022


 
YARA ( I, 2021)

DI MARCO TULLIO GIORDANA
Con ISABELLA RAGONESE, Alessio Boni, Chiara Bono, Thomas Trabacchi.
DRAMMATICO
L'agghiacciante vicenda che vide purtroppo protagonista la giovanissima Yara Gambirasio avvenne tra la fine del 2010 e l'inizio del 2011: preadolescente, ginnasta appassionata, la ragazzina sparì per essere ritrovata morta in un campo, e dopo indagini che sembravano avere trovato un potenziale colpevole in un operaio marocchino, successivamente trovarono conclusione portando a processo come imputato Massimo Bossetti, un muratore del posto. Sul fatto di cronaca nera, che ha avuto grande risonanza su media e social Networks sia dalla sparizione della ragazza sia in seguito, esce direttamente sulla piattaforma Netflix 
questo film, diretto da Marco Tullio Giordana, non nuovo a tematiche complesse, che altri registi avrebbero probabilmente evitato, vedi "Sanguepazzo" sulla coppia Valenti/Fetida e "La caduta degli angeli ribelli" sul terrorismo brigatista, ancora in anni in cui l'argomento era molto attuale. Però "Yara", che ripropone i fatti accaduti con aderenza cronologica e evidente impegno nell'allestimento, si risolve in una sorta di docufiction con interpreti conosciuti, cui fa difetto lo scavo psicologico dei caratteri: certo, era molto difficile trattare un argomento così, e i rischi di scadere nel morboso erano forti. Ma questa pellicola non andrà annoverata tra le cose meglio riuscite a Giordana, che solitamente affronta i temi con maggior nerbo.


 
VIZI DI FAMIGLIA (Rumors has It, USA 2005)
DI ROB REINER
Con JENNIFER ANISTON, Kevin Costner, Shirley MacLaine, Mark Ruffalo.
COMMEDIA
Lo spunto per questa commedia non era affatto male: la vicenda vera che avrebbe ospitato prima un romanzo, e poi un film di successo come "Il laureato" anni dopo lascia ancora qualche strascico, e la versione "reale" della fin troppo pratica mrs. Robinson ha un atteggiamento ostile, ma è la nonna della protagonista, che incontra anche il "vero" Benjamin Braddock, e le conseguenze possono essere un po' di dilemmi... Veramente arguta l'idea di una doppia finzione, e cioè l'aver ipotizzato ( ma nulla è accaduto realmente) che un titolo epocale abbia radici nel vissuto e lo scandalo creatosi abbia causato, ancora decenni dopo, nuovi grattacapi e complicazioni sentimentali, e di letto. Il cast è di quelli da grandi occasioni, dalla Aniston a Costner, passando per MacLaine, Ruffalo, Jenkins, anche Clooney tra i produttori, la regia di Rob Reiner autorizzava perlomeno ad aspettarsi buona gestione della sceneggiatura e ritmo, ma in realtà "Vizi di famiglia", che, per essere una commedia costò nemmeno poco, quasi settanta milioni di dollari, si risolve in un filmetto brillante dalle ruote sgonfie, che raramente diverte, e spesso va sul banale. Poca chimica tra gli interpreti, trama che non appassiona quasi mai, sullo schermo non accade niente che non sia largamente prevedibile. Dimenticabilissimo.
 

venerdì 7 gennaio 2022


 
SI VIVE UNA VOLTA SOLA (I, 2020)

DI CARLO VERDONE 

Con CARLO VERDONE, ROCCO PAPALEO, ANNA FOGLIETTA, MAX TORTORA.

COMMEDIA

In assoluto tra i primi titoli a subire l'impatto, certo non confortante, delle misure restrittive legate all'esplosione dell'emergenza-virus, dato che il blocco alla distribuzione della pellicola nelle sale italiane giunse in concomitanza alla presentazione della stessa da parte di autore e cast alla stampa, nel Febbraio 2020, "Si vive una volta sola" è stato anche uno dei primi film pensati per la sala cinematografica rimandati a lungo e poi distribuiti direttamente su piattaforma digitale per la regia numero ventisette di Carlo Verdone ( guardate che sono tante, per uno che abitualmente fa anche da protagonista ai film che co-scrive e dirige). E se si seguono i social, impressionante è la fiumana di critiche stroncanti il film, piuttosto velenose e inferocite:  questa commedia  racconta la storia di quattro colleghi e amici dell'ambiente clinico, ad alto livello, visto che li conosciamo mentre ricevono la visita di un prossimo paziente come il Papa, e se il gruppetto è molto preso a organizzare scherzi cattivelli al più bonario ( l'anestesista Rocco Papaleo), quando il chirurgo capo Verdone riceve la brutta notizia che l'amico è affetto da un male incurabile che lascia poco tempo da vivere, viene organizzata una gita di quattro giorni in Puglia ove svelare la drammatica verità all'inconsapevole sfortunato. Tra l'altro, la vita privata di ognuno dei quattro, in antitesi al successo professionale e al benessere materiale, è un disastro bello e buono: chi non riesce ad avere rapporti con una figlia procace tentata dall'effimero successo come valletta TV ( Verdone), chi non riesce a tenere su una qualsiasi storia sentimentale (Foglietta), chi viene regolarmente tradito dalla consorte e si rifugia in un cinismo spiccio ( Tortora). Come si diceva, questo film ha conosciuto soprattutto opinioni avverse, bollature da opera pessima, sbagliata e quant'altro: diciamo che non è il lavoro più ispirato verdoniano, ma ne ha fatti di ancora meno riusciti ( "Sotto una buona stella" e "L'abbiamo fatta grossa" erano meno calibrati, qui c'è perlomeno un gioco d'attori intonato), ed è la conferma ulteriore che la Rete ha dato fiato a fin troppi recensori con poca cultura cinematografica e scarso equilibrio critico. Del cast chi figura meglio è Rocco Papaleo, completamente al servizio del racconto, mentre meno a proprio agio figura Max Tortora, non incisivo come altrove.  Forse un po' più sboccata del solito la sceneggiatura, qualche volgarità di troppo, ma del resto, anche Woody Allen con gli anni è divenuto sessocentrico....



sabato 1 gennaio 2022


 
THE UNFORGIVABLE ( The unforgivable, USA 2021)

DI NORA FINGSCHEIDT
Con SANDRA BULLOCK, Aisling Franciosi, Will Pullen, Vincent D'Onofrio.
DRAMMATICO
Ruth è una donna che ha passato vent'anni in carcere, per avere sparato a uno sceriffo, uccidendolo, e alla sua uscita dal bagno penale, viene inserita al lavoro dal suo agente di custodia in un'industria ittica: provata dalle esperienze, la protagonista ha un solo desiderio, rivedere la sorella molto più giovane, data in affidamento ad una famiglia dopo la tragedia successa anni addietro. Il reinserimento non è affatto facile, quando la gente scopre il passato di Ruth la allontana, o peggio, e i due figli del poliziotto ucciso organizzano una vendetta ai suoi danni... Tratto da una miniserie inglese TV, "The unforgivable" è un progetto voluto fortemente dalla star Sandra Bullock, che coproduce la pellicola, si cala nel teso ruolo di una persona che via via che la storia scorre, lascia emergere la propria nascosta umanità; arrivato direttamente sulla piattaforma Netflix, il film procede verso gli incroci narrativi cruciali dosando abbastanza bene quei due o tre colpi di scena del racconto, che lo rendono più apprezzabile, e giunge alla catarsi finale a forte componente emotiva con abilità, anche se la regia della tedesca Nora Fingscheidt non coglie probabilmente ogni sfumatura potenziale dei personaggi secondari. La Bullock dà una prova tra le migliori della sua oramai quasi trentennale carriera, facendo affrontare stoicamente al suo personaggio la cattiveria di un mondo atto a giudicare e condannare con vile superficialità, rendendo partecipe lo spettatore degli immani sacrifici che possono comportare un  ineludibile senso delle proprie responsabilità.


 
DUNE (Dune, USA/CAN/H 2021)

DI DENIS VILLENEUVE 

Con TIMOTHÉE CHALAMET, Rebecca Ferguson, Oscar Isaac, Jason Momoa.

FANTASCIENZA 

La saga letteraria di Frank Herbert intitolata "Dune" è, da quando i romanzi sono cominciati a uscire, nella seconda metà degli anni Sessanta, una sorta di chimera per diversi uomini di cinema di spicco. Celebre il tentativo del messicano di culto Alejandro Jodorowski, che giunse a un soffio dall'avviare la produzione di un film trattone, verso il '71, poi nell'84 fu affidato a un altro regista visionario quale David Lynch il progetto da Dino De Laurentiis, che mise fin troppo lo zampino nella realizzazione: il film è stato amato da buona parte del pubblico, ma risultò un fiasco a livello di incassi, e, pur divenuto a tutti gli effetti un cult-movie, la serie non andò avanti. Ci riprova un regista che finora è riuscito a fare collimare temi complessi, con star e budget di prima fascia, come il canadese Denis Villeneuve: cast che vede nomi pesanti anche in ruoli secondari, scenografie impressionanti, design particolare, e la dichiarata intenzione di dare un seguito a questo nuovo lavoro, giacché si tratta della prima metà di un dittico già girato, la cui parte seconda uscirà probabilmente tra un anno. Considerando il difficile momento per la distribuzione cinematografica, si può dire che sia andata bene, l'interesse per questo titolo era forte, il pubblico ha risposto sostanzialmente bene facendo raggiungere buoni incassi. Eccoci quindi con lo scontro tra i clan degli Atreides, nobili regnanti e degli Arkonnen, casta più malvagia e spietata, per avere la supremazia sul pianeta desertico Arrakis ( le dune del titolo, infatti, riguardano questo corpo celeste) il quale offre un bene che scatena ingordigie e sete di conquista, la "Spezia". Il giovane rampollo di casa Atreides, Paul, che spesso fa sogni premonitori, e sta imparando a gestire i poteri ricevuti dalla madre, si ritroverà a raccogliere la sfida contro gli avversari guidati dal perverso barone Arkonnen, cercando di sopravvivere a tradimenti, assalti e trappole, e a cercare l'aiuto della popolazione di Arrakis per non soccombere. Kolossal cupo e pensoso, il nuovo "Dune" non si fa mancare niente nell'allestimento, con una visione oggettivamente originale, sequenze di cinema intense e una tensione perpetua ( non si cerchi qui alcuno sprazzo di ironia, non è la cifra autoriale di Villeneuve): difetta, forse, nelle scene d'azione, che al regista riescono meno bene di quelle descrittive e di quelle in cui i dialoghi, o anche gli sguardi tra personaggi, sono le più importanti. Forse un po' troppo lungo, "Dune"/2021 autorizza tuttavia a attendere con buone aspettative il suo prosieguo. Nel cast risaltano la concentrazione del giovane e lanciatissimo Chalamet, l'intensità della Ferguson, e la torva spietatezza di Skarsgard.