giovedì 26 ottobre 2017

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IT ( IT Chapter One, USA 2017)
DI ANDRES MUSCHIETTI
Con JAEDEN LIEBERHER, SOPHIA LILLIS, Finn Wholfhard, Bill Skarsgard.
HORROR
Uscito nell'Autunno di trent'anni fa esatti (da noi, in America uscì l'anno precedente), "It" è considerato dai lettori aficionados di Stephen King come uno dei capolavori assoluti dello scrittore del Maine, ma è stato amato anche da lettori meno assidui nel seguire le paure suscitate dall'autore di "Carrie" e "Shining". Nel 1990 venne realizzato un adattamento per la tv americana, a dire il vero insipido, e in economia, di cui la cosa migliore è rimasta l'interpretazione di Tim Curry del malvagio clown Pennywise, incarnazione del mostro che divora i bambini a Derry, periferia dello Stato in cui quasi tutta l'opera kinghiana è ambientata. Le oltre 1300 pagine del romanzo trovano finalmente la via del grande schermo, anche se si sono via via avvicendati diversi nomi per la regia, compreso il Cary Fukunaga del primo "True Detective", rimasto tra i produttori: alla fine è l'argentino Andrès Muschietti, che ha girato "La madre", a firmare la versione filmica di "It". La quale è divisa in due, visto che questo film di due ore e un quarto narra la prima metà, ambientata negli anni Ottanta, e la seconda vedrà i ragazzi di questo lungometraggio divenuti adulti, al giorno d'oggi, tornare ad affrontare il mostro venuto dall'entroterra a straziare e divorare bambini. Diciamo subito che, a livello di spaventosità, forse era veramente difficile ripetere le molte "trappole" per l'emotività del lettore ordite da King, ed infatti, se si ha più di diciotto anni e si ha una certa esperienza di film horror, sarà facile pescare nelle immagini di Muschietti rimandi a "Carrie", "Stand by me" (soprattutto), "Super8", ma anche all'inizio di "Mystic river" e a "A Venezia...un Dicembre rosso shocking": però l'inizio, l'aggressione del piccolo Georgie che innesca la storia è piuttosto disturbante, e la lunga sequenza della casa abbandonata ha momenti inquietanti piuttosto riusciti. E, in una sorta di contrapposizione-citazione, se in "E.T." i ragazzi dicevano che solo loro, e non i grandi, potevano vedere il buon extraterrestre, qua gli adulti sono indifferenti, o ciechi dinanzi alla creatura infernale che gioca perversamente con i bimbi prima di portarseli via. Se appunto saranno soprattutto gli adolescenti ad aver paura nell'assistere a "It"-film, forse gli adulti saranno maggiormente colpiti, invece, dalla bravura del regista argentino, di indossare la capacità, molto tipica dello scrittore, di rendere certi chiaroscuri di quella fase della vita immensa, fuggevole, tenebrosa e luminosissima che è quella, appunto, della pubertà, di quelle giornate d'Estate che vengono percepite come infinite, e che lasceranno un'impronta più netta in chi le vive. Dei ragazzi che compongono la banda dei "Perdenti", uniti per scacciare l'entità malevola che da tempo torna a far strage, quella che probabilmente diventerà un volto ricorrente è l'unica femmina, Sophia Lillis, assai espressiva: e Pennywise/It , in versione molto più demoniaca, con trucco in disfacimento e bocca gocciolante oscena bava, è rivoltante al punto giusto. 

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