BABY DRIVER- Il genio della truffa
( Baby driver, USA 2017)
DI EDGAR WRIGHT
Con ANSEL ELGORT, Kevin Spacey, Jon Hamm, Jamie Foxx.
AZIONE
Purtroppo, spesso i titolisti in Italia sbagliano di grosso i sottotitoli o addirittura i titoli, affibbiando cose che non c'entrano niente con il film a cui sono assegnati, per accattivare, nelle intenzioni, l'interesse del maggior numero di spettatori: "Baby Driver", che deve il suo titolo all'omonima canzone di Simon & Garfunkel, al limite poteva avere per sottotitolo "Il genio del volante", o "L'asso del sorpasso", ma di truffe qui non se ne parla proprio, perchè al centro del racconto c'è una gang di rapinatori. Alla quale è legato, per un debito da saldare, il giovane protagonista, che porta degli auricolari fissi, e balla canticchiando le canzoni che ascolta da una vita: una ragione, doppia, c'è per questo, e lo scopriamo via via che il film scorre. La storia è molto lineare: c'è lui, che si innamora di una lei, cameriera in una tavola calda, nascondendole che fa l'autista alla banda di criminali, data la sua abilità incredibile nel guidare e sfuggire alla polizia. Quel che differenzia questa pellicola dai numerosi action-crime movie che escono a decine, è la buona definizione dei personaggi, particolareggiati e molto caratterizzati dagli interpreti: dal boss freddo ma meno peggiore di quanto possa sembrare di Kevin Spacey, al pistolero violento di Jamie Foxx, al delinquente più lucido, ma alla fine spietatissimo di Jon Hamm, è evidente la mano di chi sa scrivere cinema. Magistrale nelle scene d'azione pura, con inseguimenti e sparatorie d'alta scuola, "Baby driver" lo è meno nella gestione del racconto, e si trascina per fin troppi finali, senza saper staccare dai pedali della conduzione al punto giusto. E accumula inverosimiglianze a profusione, sciupando l'occasione di trasformarsi in un cult-movie giovanile ben congegnato e girato.
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