PEREZ (I,2014)
DI EDOARDO DE ANGELIS
Con LUCA ZINGARETTI,Simona Tabasco,Marco D'Amore,Gianpaolo Fabrizio.
DRAMMATICO
Uomo che precipita in spirali sempre più concentriche,Demetrio Perez è un avvocato che ha una vita abbastanza agiata,ma è trattato a pesci in faccia da chiunque,vessato da clienti,colleghi,figlia:dice che tempo prima aveva tutta un'altra situazione,ma che si è scelto i nemici sbagliati,e adesso questo rappresenta ciò che deve pagare per sopravvivere.In una Napoli modernissima,un dramma a sfondo criminale,che vede un uomo ormai quasi ridotto ad una passività totale,che trova il verso di avere un colpo di reni nel difendere l'unica cosa che ormai,per lui,conta davvero,la figlia,che per amore ha coinvolto se stessa e suo padre in una faida camorrista. Presentato all'ultimo festival di Venezia,"Perez" è anche co-prodotto da Luca Zingaretti,che ancora, al cinema,non ha avuto la fortuna che invece,in tv, lo ha premiato,da anni amatissima versione in carne ed ossa del commissario Montalbano.E l'interpretazione dell'attore romano è validissima,esprimendo una gamma di sentimenti che va dall'apatia,alla rabbia,alla frustrazione e alla disperazione:interessanti anche i giovani Simona Tabasco,che ha uno sguardo intensissimo,e Marco D'Amore,altro attore emerso in tv,nella serie "Gomorra".Il difetto di "Perez" è un cambio netto tra una prima parte in cui il tono è paradossale,quasi astratto,con un personaggio principale che sente voci,vive di paranoia,e una seconda in cui lo schema è quello di un thriller,incalzante e teso.E poi non è chiaro il messaggio del racconto:in casi estremi,tra due mali è sempre corretto accettare quello minore,a costo dell'insozzarsi della coscienza.Bella l'inquadratura finale,ma si finisce la proiezione della pellicola,con la sensazione che c'era il potenziale per fare un film che lasciasse maggiormente il segno.
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