MARCIA NUZIALE (I,1965)
DI MARCO FERRERI
Con UGO TOGNAZZI,Gaia Germani,Alexandra Stewart,Shirley Anne Field.
GROTTESCO/SATIRICO
Il sarcasmo di Marco Ferreri non era di quelli a buon mercato,ma pungeva e tagliava,eccome:un cineasta oggi colpevolmente poco citato, che ha sferzato, spesso con acida efficacia canoni,istituzioni e cose abitualmente intoccabili dell'Italia più o meno conservatrice,come Famiglia,Chiesa,Matrimonio,e via . Ciò non toglie che forse qualche suo lavoro,mordace e corrosivo all'epoca dell'uscita,mostri qualche segno del tempo forse inevitabile."Marcia nuziale",uno dei suoi lungometraggi più celeberrimi,sceneggiato con la complicità salace di Rafael Azcona, è forse uno dei suoi film che, rivisti oggi,presentano qualche cedimento,pur confermando la vena tosta e irrisoria del fustigatore che portava la barba e non i baffi,intellettuale che spesso vedeva più lontano di molti suoi colleghi. Già la struttura a episodi porta con sè il rischio della discontinuità,ed infatti, qua ci sono un primo e un terzo episodio superiori per qualità agli altri due.In tutti Ugo Tognazzi,con stoica intelligenza d'attore,si presta a ritratti di Cretino,con stolidità borghesi e un'ottusità tutta mascolina:che sia un avvocato fanatico della propria bassotta,per la quale organizza una sorta di matrimonio con un simile,un marito poco gradevole che vorrebbe soddisfazione nel talamo e al massimo si prende un'affettuosa ninna nanna,un marito "moderno" che affrontando una terapia di gruppo per coppie in crisi,si ritrova a sedurre la moglie di un altro, o un signorotto di un futuro in cui figli e partner sono bambole di gomma,il cremonese fornisce prove convincenti. Non tutto il film è riuscito alla stessa maniera,specialmente il quarto episodio,pur essendo abbastanza breve, ha poco respiro. Eppure di cineasti così inviperiti e puntuti,che alla faccia del benessere di facciata della Società,ne individuavano i punti fragili con assidua belligeranza,oggi c'è mancanza,e già da un bel pò.
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