MARCIA TRIONFALE ( I/F/D,1976)
DI MARCO BELLOCCHIO
Con MICHELE PLACIDO,FRANCO NERO,MIOU MIOU, Patrick Dewaere.
DRAMMATICOVietato ai minori di 18 anni e sequestrato alla sua uscita,faceva quel che negli Stati Uniti ad esempio già da molti anni era praticabile:mostrare vergogne e meschinerie nell'ambito di un'istituzione qui considerata sacra,come l'Esercito."Marcia trionfale" di Marco Bellocchio è,come molto altro cinema del regista emiliano,un'analisi impietosa ed insieme un attacco fatto con intelligenza a certi dogmi che riguardano la mentalità italiana più retriva e ultraconservatrice.La storia di tradimenti incrociati con un capitano frustrato e folle di gelosia che incarica un soldatino di pedinare la moglie inaffidabile e fedifraga,la quale ha dapprima una relazione con un tenente che la maltratta e la usa,poi si concede al ragazzo scelto dal marito,è amara e non può che finire in tragedia,come infatti accade:violenze represse e manifeste,il sesso visto come imposizione dei propri voleri o come ultima risorsa per farsi valere,la vita di caserma quasi in una dimensione manicomiale. Non è tra i titoli bellocchiani più riusciti in assoluto,forse risente di una visione non a fondo lucidissima,ma gli interpreti sono bravi,soprattutto un Franco Nero insieme odioso e degno di compassione,la spirale pessimista che si dipana fino dall'inizio è ben delineata, ed è interessante come i rapporti tra i personaggi rivelino risvolti non garantiti,vedi il primo amante della moglie dell'ufficiale quando viene lasciato,che rivela solo allora quanto tenesse alla donna.Piccinerie di maschi impotenti soprattutto psicologicamente,furori senza importanza,convenienze di varia portata come regole di vita quotidiana:c'è poco da stare allegri,ma in altri film dell'autore i temi sono esposti meglio.
DI MARCO BELLOCCHIO
Con MICHELE PLACIDO,FRANCO NERO,MIOU MIOU, Patrick Dewaere.
DRAMMATICOVietato ai minori di 18 anni e sequestrato alla sua uscita,faceva quel che negli Stati Uniti ad esempio già da molti anni era praticabile:mostrare vergogne e meschinerie nell'ambito di un'istituzione qui considerata sacra,come l'Esercito."Marcia trionfale" di Marco Bellocchio è,come molto altro cinema del regista emiliano,un'analisi impietosa ed insieme un attacco fatto con intelligenza a certi dogmi che riguardano la mentalità italiana più retriva e ultraconservatrice.La storia di tradimenti incrociati con un capitano frustrato e folle di gelosia che incarica un soldatino di pedinare la moglie inaffidabile e fedifraga,la quale ha dapprima una relazione con un tenente che la maltratta e la usa,poi si concede al ragazzo scelto dal marito,è amara e non può che finire in tragedia,come infatti accade:violenze represse e manifeste,il sesso visto come imposizione dei propri voleri o come ultima risorsa per farsi valere,la vita di caserma quasi in una dimensione manicomiale. Non è tra i titoli bellocchiani più riusciti in assoluto,forse risente di una visione non a fondo lucidissima,ma gli interpreti sono bravi,soprattutto un Franco Nero insieme odioso e degno di compassione,la spirale pessimista che si dipana fino dall'inizio è ben delineata, ed è interessante come i rapporti tra i personaggi rivelino risvolti non garantiti,vedi il primo amante della moglie dell'ufficiale quando viene lasciato,che rivela solo allora quanto tenesse alla donna.Piccinerie di maschi impotenti soprattutto psicologicamente,furori senza importanza,convenienze di varia portata come regole di vita quotidiana:c'è poco da stare allegri,ma in altri film dell'autore i temi sono esposti meglio.
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