LO SPIETATO ( I, 2019)
DI RENATO DE MARIA
Con RICCARDO SCAMARCIO, Sara Serraiocco, Marie-Ange Casta, Alessio Praticò.
THRILLER/AZIONE/DRAMMATICO
Come usa fare per le produzioni più importanti della piattaforma online Netflix, anche "Lo spietato" ha avuto un'uscita-evento di tre giorni nelle sale, per poi entrare a far parte del catalogo a disposizione degli abbonati: dalla storia vera di un ambizioso tipo della mala milanese, di cui sono stati famigerati alfieri Francis Turatello e Angelo Epaminonda, un film su un personaggio non esistito, romanzando la vicenda d'ispirazione. Sullo sfondo gli anni Ottanta di una metropoli in evoluzione, proveniendo dalla Calabria e cercando di ingraziarsi dei già potenti boss insediati in Lombardia, Angelo Russo comincia a circondarsi di uomini fidati e si ritrova diviso tra due donne, la ragazza calabrese che sposa, e con cui mette su famiglia, molto cattolica e tradizionalista, e la francese dallo spirito libero, che diventa la sua amante, da mantenere e dalle fascinazioni artistiche. In mezzo, sparatorie, rapine e regolamenti di conti come di prammatica. Renato De Maria ha realizzato un omaggio al "poliziottesco", o, per dir meglio, al cinema di gangster all'italiana, di cui erano principi attori come Luc Merenda o Antonio Sàbato: ceffi da galera, scioltezza nel passare dalle minacce alle armi, tradimenti vari si susseguono in un'ambientazione ben calibrata in un'Italia che non c'è più. Architettato su un registro che non esclude escursioni nella black comedy, il film è ben girato, scritto senza far deragliare l'assunto della regia, con un cast interessante, visto che Scamarcio fornisce una delle sue prove migliori, alternando scariche di violenza ad un savoir faire beffardo e spavaldo, Sara Serraiocco mette una febbrile partecipazione nel caratterizzare un personaggio non semplice, perchè è timorata di Dio ma consapevole delle attività criminose del marito, e Marie-Ange Casta, sorella minore di Laetitia, impone la propria bellezza sfolgorante muovendosi bene davanti alla macchina da presa. Un divertissement vagamente amorale, che non si tradisce nel finale.
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