AMMORE E MALAVITA ( I, 2017)
DEI MANETTI BROS.
Con SERENA ROSSI, GIAMPAOLO MORELLI, Claudia Gerini, Carlo Buccirosso.
COMMEDIA/MUSICALE/THRILLER
La grande fama della serie "Gomorra", con la versione 2.0 delle storiacce di camorra, tra sgherri, regolamenti di conti, patti d'onore e crimini vari, su sfondi passionali e di amicizie e inimicizie, conta: sicuramente, per concretizzare questo progetto non semplice da tramutare in film vero e proprio, per i Manetti Bros., ha avuto peso anche il notevole successo della fiction prodotta da Sky e vendutissima in altri Paesi. Si apre con un funerale, con il morto che canta lamentandosi dell'infausta fine incontrata, e il racconto procede a ritroso, portandoci a quello a cui abbiamo assistito all'inizio, quasi alla fine della pellicola: premiatissimo all'edizione dei David di Donatello ( quindici candidature, cinque premi vinti, tra i quali per il miglior film), ma anche in altri ambiti, come al Ciak d'Oro, "Ammore e malavita" impasta sceneggiata, parodia, musical e cinema "di mafia" ( o di camorra, per essere più corretti), con la verve visiva tipica del duo di registi romani, questo lungometraggio li ha definitivamente lanciati, se ce ne fosse stato il bisogno. Molto intelligente nella concezione, capace anche di lampi di genio ( il pezzo musicale rifacendo "Flashdance" nell'ospedale è un colpo da maestri), frulla clichés ( l'amore tra il criminale e la ragazza innocente, l'antico sentimento risvegliato, il boss che adopera un "doppio" strategicamente, la dark lady, l'amicizia tra killer che diventa per forza rivalità....) con scioltezza e mettendoli al servizio della narrazione: quasi tutto bene, ma nella seconda parte il tocco parodico si sente meno e il sano non prendersi sul serio dell'assunto dei Manetti non sempre si fa sentire nettamente. Ci si diverte, gli attori sono belli carichi ( Buccirosso ha sempre una marcia in più), le immagini sono di prima qualità, ma sfuma qualcosa, che tramuta un potenziale cult-movie assoluto in una buonissima idea con diverse intuizioni azzeccate. Il che non è poco, ma limita leggermente la riuscita finale dell'opera.
Nessun commento:
Posta un commento