IL RE LEONE ( The lion king, USA 2019)
DI JON FAVREAU
GRAPHIC ANIMATION
AVVENTURA
Avviato a diventare, probabilmente, il campionissimo d'incassi della stagione cinematografica, nonostante questa sia agli albori, con oltre 32 milioni di euro incassati da fine Agosto qui in Italia, il film live-action tratto dall'altrettanto redditizio "Re leone" del 1994, è il secondo titolo dei riadattamenti disneyani che viene affidato a Jon Favreau. Ritroviamo re Mufasa, Simba, Nala, Pumbaa e Timon, il malvagio Scar, anche perchè, forse più che in altri casi, le libertà prese sono poche, rispetto all'originale: magari, se Scar nel cartoon era ispirato al Riccardo III shakespeariano, e nell'autoproclamazione cantata ( "Sarò re!") assumeva tonalità naziste, qua, puntando il dito sulla scriteriata gestione della savana, il villain e i suoi sgherri, le jene, vengono accusati di non pensare agli equilibri, cacciando troppo e mandando in malora l'ecosistema circostante, e vengono in mente sia Donald Trump che altri potenti che, infischiandosene dell'ambiente e favorendo chi lucra sullo sfruttamento folle dei territori, devastando il pianeta. La resa degli animali graficamente è prodigiosa, i dettagli sono impressionanti, e lo spettacolo è intrattenimento di qualità: se c'è da trovare qualcosa che non va, pare che il grado di ironia che garantivano Pumbaa e Timon, gli amici scansafatiche di Simba, sia minore rispetto al film animato del '94 ( e Marco Mengoni è molto fuori luogo come doppiatore, prestando in maniera monocorde la voce al felino protagonista). La migliore scena, per come è costruita la tensione è quella dell'erronea escursione nel territorio delle jene, mentre sul finale Favreau sembra quasi voler citare se stesso rimandando al climax del suo "Il libro della jungla".
Nessun commento:
Posta un commento