martedì 11 settembre 2018

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SAPORE DI TE ( I, 2014)
DI CARLO VANZINA
Con EUGENIO FRANCESCHINI, MARTINA STELLA, KATY SAUNDERS, GIORGIO PASOTTI.
COMMEDIA/SENTIMENTALE
In teoria, "Sapore di te" è l'atto terzo della serie cominciata nel 1983 con "Sapore di mare" e proseguita l'anno seguente con "Sapore di mare 2- Un anno dopo": amori, bugie, gelosie, sentimenti contrastati tra i giovani sulle spiagge versiliane, mentre, sullo sfondo, i grandi tessono intrallazzi, fanno pasticci, e ogni tanto esprimono qualche malinconia sui bei tempi andati. Diretto da Carlo Vanzina, ha in realtà poco a che fare con le due pellicole degli anni Ottanta, pur essendo ambientato, appunto, lungo l'Estate dell'84 e dell'85 ( con epilogo nel 2013, con i protagonisti che si reincontrano adulti, chiosa già scelta negli altri due lungometraggi). C'è il ragazzo bruttino che prende sempre una sbandata per quelle belle che gli preferiscono il più atletico amico del cuore, la bellina e introversa figlia di un commerciante tifoso romanista sfegatato che sceglie i luoghi di villeggiatura per seguire la compagine di Liedholm e Falcao, la tedesca che ha un concetto personale della fedeltà, l'onorevole socialista che vuole spingere l'amante verso la notorietà, il bagnino che non disdegna avventure con le avventrici dello stabilimento balneare, e via enumerando. Vanzina tenta il rilancio di una formula che, onestamente, indovinò trentacinque anni fa, ma paragonati alla recitazione dei giovani del cast, Jerry Calà e Christian De Sica paiono James Stewart e Cary Grant, le occasioni per sorridere sono rade, le battute dei dialoghi forzatissime in bocca ai poco capaci attori, e si salvano con un pò di mestiere i "vecchi" Vincenzo Salemme e Maurizio Mattioli, pur facendo ben poco per uscire dai loro consueti clichès interpretativi. Di rara bruttezza, "Sapore di te" riesce nella mirabile impresa di unire una concatenazione di fatti inverosimile, una lettura superficialissima dell'epoca scelta ( la fanatica rivoluzionaria con il gatto "Mao"? Nell'84???), un forte pressapochismo dell'allestimento, e una povertà di idee impressionante. Ma era proprio necessaria questa mossa?

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