READY PLAYER ONE ( Ready Player One, USA 2018)
DI STEVEN SPIELBERG
Con TYE SHERIDAN, Olivia Cooke, Ben Mendelsohn, Mark Rylance.
FANTASCIENZA
A testimoniare la duttilità del tempo, l'accezione di "Nerd" dagli anni Ottanta ad oggi è mutata diametralmente: basti citare una commediola dell'84, "La rivincita dei Nerds", per dare l'idea che i più sfigati, appassionati di "cose strane" come film fantastici di serie B e C, fruitori di musica e cinema "avanti" ma non compresi all'epoca, visti come strampalati o un pò sciroccati, oggi sono di gran moda, vedasi uno come J. J. Abrams, che ha tutte le caratteristiche del "Nerd", ma che ha mani in pasta in tutta la fantascienza che conta. Tornando a "Ready Player One", tratto da un libro di Ernest Cline, fino a un paio d'anni fa conosciuto più che altro da fans del videoludico sparato forte, rappresenta un ritorno di Steven Spielberg al cinema fantastico, tributario di quell'immaginario a intensa componente "anni 80": siamo in un futuro in cui il popolo comune vive in agglomerati urbani messi insieme quasi a livello di bidonville, e l'unica possibilità per i giovani di trovare una via d'uscita è, collegandosi alla realtà virtuale "Oasis", una vera e propria dimensione a sé stante, riuscire a cogliere le tre chiavi nascoste dal creatore di quel mondo, per ereditarne la ricchezza. Il protagonista Wade, come molti ragazzi di oggi, gioca connettendosi ad altri, e tutti hanno un "avatar" che li rappresenta, combatte al posto loro, mentre la multinazionale che punta a far proprio tutto, con mezzi potentissimi, cerca di sbaragliare gli avversari. Se si volesse, il discorso sul controllo, da parte di forze economiche colossali assemblate, che decidono del futuro di ognuno, assegnandolo fin dai nastri di partenza, in un mondo globalizzato, è la metafora che salta per prima all'occhio di uno spettatore adulto: se invece lo si guarda dal punto di vista di un giovanissimo, c'è il messaggio, un pò scontato ma rispettabile, che bisogna staccarsi da un mondo che non è solido ed è comunque una proiezione di tutto ciò che si vorrebbe, e riferirsi maggiormente a quel che si ha attorno. "Ready Player One", è anche altro, un divertissement per cinefili, e non solo, che ha una miriade di citazioni, esplicite, e non, di un universo pop che ha influito comunque sull'immaginario di tutte le generazioni nate dopo il 1950: impossibile annotarle tutte ad una prima visione, però è da citare almeno la rivisitazione di "Shining" vissuto come fosse quel videogame a disegni animati, "Dragon's Lair" ( penso che quelli della generazione mia sappiano di cosa sto parlando.....era basato sulle mosse giuste da fare, o era prevista l'eliminazione del cavaliere in modi fantasiosi), in cui non aver visto il film porta alla direzione sbagliata da prendere, e nella stessa scena, oltre al grande lungometraggio horror di Kubrick si cita bellamente "Psyco" (la cura nell'inquadrare la donna nuda senza mostrare nulla di "proibito"). Poi verso il finale si va più sul risaputo, con un grande scontro nello stile de "Il signore degli anelli" fantasioso, ma che ha un pò di dejà vu: però almeno la sequenza sopra citata, e la corsa iniziale, resteranno come due momenti da antologia del cinema spielberghiano.
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