FURORE ( The grapes of wrath, USA 1940)
DI JOHN FORD
Con HENRY FONDA, Jane Darwell, John Carradine, Russell Simpson.
DRAMMATICO
Dato alle stampe appena un anno prima, "Furore" venne trasformato in cinema da John Ford, e appartiene alla sua filmografia che esula dal western, anche se è in tutto o per tutto un'epopea americana come la trilogia "nordista" o l'odissea di "Sentieri selvaggi". Il viaggio alla ricerca di un modo per sopravvivere della famiglia Joad, sovraccaricando un camion verso la California, venendo dall'Oklahoma ( ed infatti vengono chiamati spregiativamente "Oakies" dai californiani), per combattere la miseria e garantirsi un tozzo di pane, letteralmente. La traversata degli States, appena entrati nel "Secolo nuovo" comporta la perdita di due membri della famiglia per la fatica dell'impresa, gli stenti si accumulano, il giovane Tom, che ha già avuto guai con la legge, non conosce il perchè degli scioperi che via via la famiglia incontra per strada, ma sente che c'è ingiustizia nell'America della Grande Depressione, e si ribella. Nell'affresco fordiano, che, non dimentichiamolo, era uomo di destra ma democratico e fiducioso nel meglio degli Stati Uniti, si può leggere un vero e proprio capitolo di storia americana raccontato come meglio il cinema, probabilmente, non ha saputo fare: racconto ancora attuale oggi, visti gli effetti della grande crisi che ha colpito il sistema mondiale negli ultimi anni, in cui gli ultimi sono considerati appena più della spazzatura, e trattati con ostilità e impietosità. Bellissima, tra le tante, la scena in cui il capofamiglia va a chiedere una pagnotta in una tavola calda, e alle bambine vengono in pratica regalati due leccalecca: la bellezza di "Furore"-film è anche nell'apologo dell'umana dignità, nonostante la ferocia dei tempi, e della capacità dell'amore, dell'affetto e del coraggio, di supplire a quel che di materiale manca. Nel finale, Ford fa marciare spedito Tom Joad in fuga da un probabile arresto verso un immenso cielo, e alla madre fa fare considerazioni, nonostante tutto, di fiducia verso un domani migliore, inevitabilmente. Oltre alla qualità, splendida, di un bianco e nero di esaltante forza pittorica, una lezione morale ancora capace di marchiare le nostre coscienze.
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