I MIGLIORI ANNI DELLA NOSTRA VITA
( The best years of our lives, USA 1946)
DI WILLIAM WYLER
Con MIRNA LOY, FREDRIC MARCH, DANA ANDREWS, Virginia Mayo.
DRAMMATICO
Un titolo che è diventato anche un modo di dire, per una pellicola che, tratta dal romanzo omonimo di MacKinlay Kantor, si fece onore alla consegna degli Oscar, vincendone ben otto, su nove candidature, e diventò uno dei titoli più importanti della Hollywood dell'appena nato dopoguerra. Finito il secondo conflitto mondiale, il racconto inquadra tre reduci, e i loro problemi nel rientrare in una vita "normale" dopo l'esperienza bellica: se l'ufficiale dell'aviazione deve fare i conti con una situazione economica disagiata, ed un matrimonio contratto con fin troppo entusiasmo ( dopo venti soli giorni di conoscenza) con una bella donna, ma con la quale non ha niente in comune, il sergente di età matura che rientra in banca, deve affrontare compromessi con la propria coscienza, e il terzo, marinaio, ha perduto entrambe le mani nell'affondamento del vascello su cui prestava servizio. Il film di Wyler, pur in veste hollywoodiana, compì un'operazione non lontana, nelle intenzioni, dall'ondata neorealista italiana, sottolineando problematiche che avevano a che fare con molti che erano tornati a casa e si ritrovavano in situazioni simili a quelle narrate nel lungometraggio. La regia evita il melò e racconta con compostezza ed equilibrio tre storie che si incrociano, verosimilmente: la sequenza che rimane nella mente dello spettatore è il ritorno dell'aviatore, allo sbando e deluso dal ritorno in società, percorre il deposito degli aerei e sente il rombo dei motori dentro di sè. Tra gli interpreti, tutti molto bravi, da citare la misura di March, vincitore dell'Oscar come miglior protagonista.
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