COLLATERAL BEAUTY ( Collateral beauty, USA 2016)
DI DAVID FRANKEL
Con WILL SMITH, Naomie Harris, Edward Norton, Helen Mirren.
DRAMMATICO
Stranezze del pubblico: "Collateral beauty" negli USA è risultato essere il peggior risultato economico della carriera di Will Smith, andando peggio persino di "After Earth", considerato il picco più basso di una filmografia perlopiù di grandi successi, mentre da noi è tra i maggiori incassi della stagione, dominando, a sorpresa, il box-office di Gennaio. Nei titoli di testa, Howard è un pubblicitario che diffonde ottimismo con un entusiasmo coinvolgente, ma subito dopo ci appare, tre anni dopo, come un uomo affranto, spento, perso in una depressione tremenda. Certo, ne ha ben donde: ha perduto la figlia di sei anni, per via di un tumore al cervello, e non accenna a riprendersi. I tre partners che con lui hanno fondato l'agenzia cercano di dargli una scossa, ed ingaggiano tre attori che impersonino Morte, Amore e Tempo, entità cui il protagonista ha inviato simboliche lettere, per tentare di ricondurre il collega, e amico, via dal baratro sul cui orlo vive. Che sia un film programmaticamente lacrimevole, "Collateral Beauty", è ovvio: che si regga su un'astruso e contorto escamotage narrativo, è piuttosto vero. Però, che il film, a mano a mano che scorre, se si accetta l'assurdità dello spunto, conquista un interesse che si fa solido soprattutto verso la conclusione, quando la pellicola si tramuta, quasi, in un thriller sentimentale, con snodi che mettono a fuoco alcune cose apparentemente semplici da decifrare, ma che trovano concretizzazione solo alla fine. E se la regia di Frankel si premura, forse, di voler dare spiegazione a tante cose, d'altro canto mette tanto sentimento nel racconto: del cast le migliori sono le donne, da Naomie Harris, a Helen Mirren, a Keira Knightley e Kate Winslet, che tengono a freno il rischio di ridondanza emotiva della storia .
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