LUCA IL CONTRABBANDIERE ( I, 1980)
DI LUCIO FULCI
Con FABIO TESTI, Marcel Bozzuffi, Ivana Monti, Saverio Marconi.
AZIONE/DRAMMATICO
Nell'epoca della cinefilia 2.0, spesso sono state messe in atto rivalutazioni di cinema considerato di serie B o C, il "trash" è divenuto qualcosa di cui discettare, e registi più di mestiere che di concetto sono stati passati ad autori, da qualche blogger o critico più provocatorio. Su Lucio Fulci, anche da gente di cinema come Argento e Tarantino, la "riabilitazione" è già stata effettuata, e c'è da dire che sia stato uno dei Signori delle terze visioni, con film che incassavano piuttosto poco, distribuiti alla fine dell'Estate più che altro, cui già il mercato home video ha fatto gli onori. Però, per quanto Fulci fosse uno che sapeva girare eccome, notare qui l'uso del ralenti, molto efficace e fluido, e, per dire, l'inseguimento iniziale in motoscafo, "Luca il contrabbandiere" rimane un brutto film. Moralmente aberrante, ambientato in una Napoli in cui si compiono stragi e omicidi di una violenza rivoltante, senza che lo Stato o chicchessia trovi da ridire, con un ricorso all'eccesso, sia nel mostrare gli omicidi, che una scena di violenza carnale, troppo marcato per non dare una sensazione di compiaciuto, volontaria o no che sia. Fabio Testi è monoespressivo in maniera particolare, Bozzuffi fa il carognone sadico, e se la musica di Frizzi è ricalcante alcuni passaggi della colonna sonora de "Il padrino", la solfa della mala "pulita" vecchia maniera è ridicola e inaccettabile.
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