CHE VUOI CHE SIA ( I, 2016)
DI EDOARDO LEO
Con EDOARDO LEO, ANNA FOGLIETTA, Rocco Papaleo, Marina Massironi.
COMMEDIA
Coppia ultratrentenne con i conti sempre a rischio, per via del carovita e dei lavori non proprio redditizi che lui e lei sono riusciti a rimediare, Anna e Claudio si ritrovano in una situazione non semplice: infatti, sull'account per promuovere un'iniziativa del giovane, e ricevere un crowdfunding, i due pubblicano un video in cui, in una notte ubriaca, annunciano di pubblicare un video in Rete in cui si mostrerebbero facendo sesso. Da quel momento in poi, fioccano le offerte, fino a raggiungere una certa cifra, ma se la popolarità improvvisa della coppia è stordente, le conseguenze di quello che potrebbe significare sulla loro vita sono imprevedibili. Al quarto film diretto, Edoardo Leo non ha ancora del tutto raggiunto la maturità registica, ma dimostra caratteristiche interessanti: parlare con leggerezza, spesso, come nella prima parte della pellicola sopratutto, divertendo lo spettatore, ponendogli allo stesso tempo temi come la difficoltà dei quasi ex-giovani di avere garanzie per mettere su famiglia, la poca semplicità di far quadrare i bilanci familiari, la morbosità dei media classici e più recenti sul privato di ognuno, la bruttezza di una società in cui "fare i soldi" è il leit-motiv unico e solo. "Che vuoi che sia" è una commedia con una spruzzata amarognola ben girata, che perde un pò di mordente nell'ultima parte, ma che conferma un incoraggiante stato, rispetto, mettiamo, ad una quindicina di anni fa, del cinema italiano di genere. Leo davanti alla macchina da presa ricorda certi impacci e certe espressioni accorate di Nino Manfredi, Anna Foglietta, con inedito accento lombardo, è tra le attrici giovani più in palla e abili a mescolare registri umoristici e più drammatici: ma la cosa migliore del film sono le figure di contorno, punto di forza di tanto cinema italiano del passato, che in Rocco Papaleo, Massimo Wertmuller (alla fine, nella sua gagliarda irresponsabilità, il personaggio più onesto di tutti), Bebo Storti trovano un'espressione piuttosto felice.
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