L'OMBRELLONE ( I, 1965)
DI LUCIANO SALCE
Con ENRICO MARIA SALERNO, Sandra Milo, Jean Sorel, Lelio Luttazzi.
COMMEDIA
Sull'Italia del pieno boom economico esiste un vero e proprio sottogenere proliferato a metà del decennio che lo visse, da "Il sorpasso" a "La voglia matta", passando anche per "Il giovedì" e altri titoli di commedia, sempre ammiccanti ma anche pennellati d'amaro. Non può mancare anche questo "L'ombrellone", nel quale, in pieno Agosto, un ingegnere abbandona una Roma dai vuoti spettrali per raggiungere la moglie in vacanza sulla riviera adriatica. Ma il sognato relax accanto alla sposa si traduce in un nevrotico altalenarsi tra compagnie invadenti, finti amici che cercano di conquistare le grazie della bella signora, traffico fastidioso, e la considerazione che quello che sembrava la peggiore insidia, il playboy belloccio, alla fine è un tipo migliore del previsto. Enrico Maria Salerno si presta ad un ruolo brillante con scioltezza ( il tic acquisito nel finale è un tocco finissimo d'attore), il cast variegato intorno, che vede Sandra Milo, Leopoldo Trieste, Jean Sorel, Lelio Luttazzi, la Daniela Bianchi di "Dalla Russia con amore" è ben condotto da Salce, che forse mostra mano meno felice in un montaggio fin troppo "agitato", all'avanguardia, sicuramente, per il periodo in cui questo film fu concepito e realizzato, ma, si veda per esempio nella sequenza della partita di calcio ( anticipatrice di quella poi rimasta storica di "Fantozzi") quasi stordente da seguire. Meno acuto probabilmente dei titoli coevi citati sopra, ma dotato di un'asciuttezza che lo distingue.
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