GLI SPIRITI DELL'ISOLA ( The Banshees of Inisherin, GB/USA 2022)
DI MARTIN MCDONAGH
Con COLIN FARRELL , Brendan Gleeson, Kerry Condon, Barry Keoghan.
DRAMMATICO/COMMEDIA
Le "Banshee" sono, nella cultura irlandese, delle streghe che emettono urla potentissime, e il titolo originale si rifà, appunto, alla mitologia di quella parte britannica: nell'immaginaria isola di Inisherin, immota e scarsamente popolata da gente rustica e socialmente poco avvezza a coltivare rapporti, un'amicizia apparentemente solida come quella tra il mandriano Padrick (Colin Farrell) e il violinista Colm (Brendan Gleeson) si interrompe improvvisamente per volere del secondo. Nonostante Padrick si ostini a esigere spiegazioni, o a fare finta che l'altro stia passando solo un momentaccio, questi gli annuncia che si taglierà un dito della mano per ogni volta che si riterrà importunato da lui. È piaciuto molto alla Academy questo titolo diretto dal Martin Donagh, già autore di titoli abilmente sospesi tra dramma, sarcasmo, commedia e aperture al grottesco come "In Bruges", del quale rimette insieme l'accoppiata di protagonisti, Farrell e Gleeson: undici le candidature, e diverse per premi importanti come miglior film, migliore regia, attore protagonista ( Farrell) e non protagonista (Gleeson). Non si sa come si orienterà la folta giuria degli Oscar, ma, viste le assegnazioni degli ultimi anni, scegliendo film quasi anti- commerciali, è potenzialmente più favorito questo film di "Everything Everywhere all at once", che promette più spettacolarità. Tornando a questa pellicola, McDonagh imbastisce una sorta di fiaba adulta che racconta di un luogo a parte, dove il non accadimento di niente che lasci un segno, mentre da lontano arrivano gli echi della guerra civile che infiamma la "terraferma", che sarebbe a sua volta un'isola; ma le questioni minime che scandiscono la vita sottolineano uno sperpero di tempo e vita come accadono in tanti luoghi in cui si sceglie una ciclicità falsamente rassicurante che diventa un crogiolarsi in un'inutilità ammorbante. E se McDonagh intinge nel veleno la sottolineatura del rapporto amichevole tra il poliziotto odioso e perverso che impersona con arroganza maiuscola la Legge sull'isoletta ed un pretaccio protervo che dà un'interpretazione molto a modo suo di ciò che è peccato, allo stesso tempo annota la strana natura dell'amicizia virile, che non tiene conto anche di screzi e sgarri, pur di sopravvivere in qualche modo. Su un finale che rimanda al "Settimo sigillo", enfatizzando la nota nordicamente ironica del capolavoro bergmaniano, si rimane sospesi, e il film lascia spazio a una venatura metafisica (è reale o è solo quel che uno dei due personaggi in scena vuol vedere o credere, quel che sulla spiaggia accade?). Sono bravi eccome sia Colin Farrell che Brendan Gleeson, e meriterebbero di essere premiati entrambi: al di là di questo, due interpretazioni che resteranno.
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