giovedì 23 febbraio 2023


 
GLI SPIRITI DELL'ISOLA ( The Banshees of Inisherin, GB/USA 2022)

DI MARTIN MCDONAGH 
Con COLIN FARRELL , Brendan Gleeson, Kerry Condon, Barry Keoghan. 

DRAMMATICO/COMMEDIA
Le "Banshee" sono, nella cultura irlandese, delle streghe che emettono urla potentissime, e il titolo originale si rifà, appunto, alla mitologia di quella parte britannica: nell'immaginaria isola di Inisherin, immota e scarsamente popolata da gente rustica e socialmente poco avvezza a coltivare rapporti, un'amicizia apparentemente solida come quella tra il mandriano Padrick (Colin Farrell) e il violinista Colm (Brendan Gleeson) si interrompe improvvisamente per volere del secondo. Nonostante Padrick si ostini a esigere spiegazioni, o a fare finta che l'altro stia passando solo un momentaccio, questi gli annuncia che si taglierà un dito della mano per ogni volta che si riterrà importunato da lui. È piaciuto molto alla Academy questo titolo diretto dal Martin Donagh, già autore di titoli abilmente sospesi tra dramma, sarcasmo, commedia e aperture al grottesco come "In Bruges", del quale rimette insieme l'accoppiata di protagonisti, Farrell e Gleeson: undici le candidature, e diverse per premi importanti come miglior film, migliore regia, attore protagonista ( Farrell) e non protagonista (Gleeson). Non si sa come si orienterà la folta giuria degli Oscar, ma, viste le assegnazioni degli ultimi anni, scegliendo film quasi anti- commerciali, è potenzialmente più favorito questo film di "Everything Everywhere all at once", che promette più spettacolarità. Tornando a questa pellicola, McDonagh imbastisce una sorta di fiaba adulta che racconta di un luogo a parte, dove il non accadimento di niente che lasci un segno, mentre da lontano arrivano gli echi della guerra civile che infiamma la "terraferma", che sarebbe a sua volta un'isola; ma le questioni minime che scandiscono la vita  sottolineano uno sperpero di tempo e vita come accadono in tanti luoghi in cui si sceglie una ciclicità falsamente rassicurante che diventa un crogiolarsi in un'inutilità ammorbante. E se McDonagh intinge nel veleno la sottolineatura del rapporto amichevole tra il poliziotto odioso e perverso che impersona con arroganza maiuscola la Legge sull'isoletta ed un pretaccio protervo che dà un'interpretazione molto a modo suo di ciò che è peccato, allo stesso tempo annota la strana natura dell'amicizia virile, che non tiene conto anche di screzi e sgarri, pur di sopravvivere in qualche modo. Su un finale che rimanda al "Settimo sigillo", enfatizzando la nota nordicamente ironica del capolavoro bergmaniano, si rimane sospesi, e il film lascia spazio a una venatura metafisica (è reale o è solo quel che uno dei due personaggi in scena vuol vedere o credere, quel che sulla spiaggia accade?). Sono bravi eccome sia Colin Farrell che Brendan Gleeson, e meriterebbero di essere premiati entrambi: al di là di questo, due interpretazioni che resteranno. 

martedì 21 febbraio 2023


 
BUSSANO ALLA PORTA (Knocking at the cabin, USA/CHI 2023) 

Di M. Night Shyamalan
Con  DAVE BAUTISTA, JONATHAN GROFF, Ben Aldridge, Kirsten Cui. 
HORROR/ FANTASCIENZA
Nel bosco in cui la piccola Wen è intenta a catturare grilli per una ricerca scolastica, giungono quattro sconosciuti, due uomini e due donne, che hanno l'aria grave e poco rassicurante: la bambina si rifugia nel cottage in cui ci sono i due genitori che l'hanno adottata, Eric e Andrew, ma nonostante il fatto che i tre si barrichino all'interno, i quattro portatori di non lieta novella entreranno, e metteranno i due adulti di fronte ad una questione etica e pratica maledettamente ardua. M. Night Shyamalan, per la prima volta, trae un suo film da un soggetto non suo, adattando il romanzo "La casa alla fine del mondo" di J. Tremblay, uscito pochi anni fa: è di scena un'Apocalisse prossimissima ventura, e i quattro personaggi che arrivano a spazzare via la pacifica quiete della vacanza della famigliola divengono dei neo-Cavalieri di tale distruttivo evento. Cupo e teso dall'inizio del racconto, nel quale i primi e primissimi piani spingono lo spettatore a provare una pressione ben congegnata, il film non è esente da pecche, come una certa prevedibilità di fondo, sia nello svolgersi del racconto, sia della finalizzazione dello stesso, però girare tutto un film, in pratica, appena fuori e dentro a un cottage non è semplice, e soprattutto far montare la suspence come si deve lo è ancora meno, per un regista. Guardando agli ultimi lavori di Shyamalan, tuttavia, è evidente un salire di livello sull'ottica con cui il suo cinema guarda alla realtà e la interpreta, con una vena politica ambigua: se "Glass" si chiudeva con una rivelazione sul mondo virtuale che poteva lasciare perplessi ( è quello che può cambiare in meglio il pianeta? Ma ne siamo sicuri?), e "Old" finiva con un monito preoccupante sul potere di chi sperimenta e crea farmaci ( che dopo la pandemia Covid sapeva un bel po' di filosofia no vax, diciamolo), qui ci si trova su un crinale rischioso. E cioè, se da un lato forse l'intenzione del regista era sottolineare che non è più tempo di pensare solo alla pace indotta dal benessere dell'Occidente che poco altruisticamente guarda di rado ai disastri che altrove accadono regolarmente, dall'altra serpeggia una retorica religiosa dai contorni ultra-conservatori ( un po' come la serie "Manifest" ) che nel 2023, oltre che obsoleta, appare anche come allarmante. Nel cast, scelta notevole quella di assegnare a Dave Bautista il ruolo di un riluttante portatore di disgrazia e morte, e ancor più curiosa, quella di affidare all'ex compare di Harry Potter, Rupert Grint, il personaggio più fragile ed insieme respingente.

domenica 19 febbraio 2023


 
TÀR ( Tar, USA 2022) 

DI TODD FIELD

Con CATE BLANCHETT, Noemie Merlant, Nina Hoss, Mark Strong. 

DRAMMATICO 

Lydia Tàr è forse la direttrice d'orchestra più celebre e stimata al mondo, dirige la Filarmonica di Berlino con carisma ed esperienza, ed è ad un passo dall'apice della carriera, vicinissima ad una registrazione fondamentale, che rimarrà storica, probabilmente. Ma il potere acquisito in anni di carriera sempre puntata verso l'alto comincia a sgretolarsi lentamente quando emergono fatti che rivelano via via quanto ci sia di torbido dietro la facciata splendente della protagonista, e a mano a mano che la storia scorre, lo spettatore avrà modo di scoprire la natura predatrice, subdola e insensibile della donna. Terzo film diretto da Todd Field in vent'anni, "Tar" è una coproduzione tedesco-americana che ha ottenuto sei nominations agli Oscar prossimi venturi, delle quali quella per la migliore attrice sembra la più probabile a tramutarsi in premio vinto, dato che sia a Venezia la Coppa Volpi, che al recente Golden Globe, Cate Blanchett ha sbaragliato la concorrenza. Due ore e mezzo di durata, però, sono anche troppe, per un film che basa molto sulla prova dell'attrice protagonista, ma la cui bravura non può bastare a sorreggere una sceneggiatura che sembra spesso sapete che strada prendere: difatti, il film oscilla tra la descrizione drammatica di una donna che ha costruito un castello di bugie e inganni, e un thriller che sobilla lo spettatore facendogli pensare che si possa trattare di un complotto atto a far perdere la ragione al personaggio principale. Field sceglie una narrazione frammentaria, a volte involuta, che si fa dispersiva quando deve stringere e venire al dunque: peccato, perché la materia era interessante, ma si arriva alla conclusione con una perplessità consistente , così come accadeva alla fine del suo film d'esordio, "In the bedroom", che richiamava la tesi di "Un borghese piccolo piccolo" ma senza possederne l'acre e disperato sarcasmo. Curiosa la trovata dei titoli di coda posti ad inizio film, così come quelli iniziali sono invece alla fine, forse per suggerire la sfasatura progressiva della mente del personaggio principale: ma rimangono troppe domande irrisolte, e il film, spesso, appare come spinto da un'ambizione non del tutto motivata.

lunedì 13 febbraio 2023


 
QUASI ORFANO ( I, 2022) 

DI UMBERTO CARTENI 
Con RICCARDO SCAMARCIO, Vittoria Puccini, Nunzia Schiano, Antonio Gerardi. 
COMMEDIA 
Divenuto un nome di peso nel mondo del design italiano, tanto da avere un'importante richiesta di acquisizione del proprio marchio da parte di una grande azienda francese, Valentino si è cambiato cognome ( da Tarocco a Rocco), ha tagliato i rapporti con la famiglia in Puglia, e ha affidato al suocero la gestione amministrativa del proprio brand. Proprio quando si sta per stipulare l'accordo con i transalpini, la famiglia d'origine decide di recarsi a Milano per riallacciare con lui, e, ovviamente, ci saranno equivoci e altre cose che cambieranno l'andazzo. Rifacimento all'italiana di una commedia francese, "Quasi orfano" spara quasi tutte le cartucce buone nella prima mezz'ora di film, con la descrizione dei due mondi distanti, quello impostatissimo in cui vive ormai il designer, e quello rustico della famiglia di appartenenza: poi il film si indirizza su un vago sentimentalismo alla buona abbastanza annacquato, e a un ripristino dei "buoni vecchi valori" ( ma la descrizione di come dovrebbe essere la donna non è molto moderna, a dire il vero...) piuttosto stantio. Il cast avrebbe anche attori interessanti, come Antonio Gerardi nel ruolo del fratello, o Nunzia Schiano come mamma che dispensa consigli e abbozza sugli screzi, nonché Bebo Storti, che nelle parti di cinico sguazza eccome, ma rimane tutto in superficie e i caratteri rimangono bidimensionali. Sull'apoteosi di Adriano Pappalardo che canta per l'ennesima volta "Ricominciamo", poi, cala il sipario, e già questo è dire abbastanza sulla riuscita del film.


 
LA DONNA ALLA FINESTRA ( The woman in the Window, USA 2021) 

DI JOE WRIGHT
Con AMY ADAMS, Julianne Moore, Gary Oldman Fred  Hechinger   .
THRILLER
 Tappata in casa e spaventatissima dal mettere fuori il naso, Laura è una psicologa che passa le sue giornate trepide bevendo troppo vino, guardando DVD della Hollywood classica e sbirciando i vicini: soprattutto quando arriva una nuova famiglia, con cui entra in contatto perché si fanno avanti un paio di elementi della stessa, la sua curiosità aumenta, ma di lì a poco una realtà inquietante le penetrerà in casa. È tacito che lo spunto e anche parte del racconto di questo film, uscito direttamente sulla piattaforma Netflix, rimandi a quel grande titolo che è "La finestra sul cortile": lì il fotografo James Stewart aveva una costrizione domestica per via di un problema fisico provvisorio, qua la protagonista ha motivazioni circa la sua agorafobia che si possono intuire da qualche accenno di sogno ( o ricordo?), ma là fuori, le finestre a volte mostrano fin troppo, e passare da curiosoni a testimoni di  un crimine non è impossibile. "La donna alla finestra" è un thriller realizzato con cura, dal punto di vista formale, con una fotografia un po' patinata, dei nomi di spicco in ruoli non sempre ben definiti in sede di scrittura (emblematico il personaggio di Gary Oldman), che ha il difetto, non da poco per il genere, di risultare prevedibile nei passaggi chiave, compreso lo scioglimento del mistero ( la protagonista ha le visioni oppure veramente è stata testimone di un delitto?). Sostanzialmente un film che si lascia vedere, ma i cui nomi coinvolti autorizzavano maggiori aspettative, con la constatazione finale che Hitch, pur girando un film con le medesime basi una sessantina di anni fa, aveva elaborato maggior tensione con limiti nel poter mostrare molto più rigidi di oggi.

giovedì 2 febbraio 2023


 
L'AMANTE DI LADY CHATTERLEY ( Lady Chatterley's lover, GB 2022) 

DI LAURE DE CLERMONT-TORNERRE 
on EMMA CorrinJack O'Connell, Matthew Duckett, Joely Richardson. 
DRAMMATICO/EROTICO 
Come ogni classico della letteratura che si rispetti, anche "L'amante di Lady Chatterley" di D. H. Lawrence ha conosciuto più versioni filmiche, delle quali una delle più celebri è stata quella del 1981 che rivedeva insieme l'accoppiata che portò al successo "Emanuelle", il regista Just Jaeckin e la protagonista Sylvia Kristel. La storia della bella giovane, che un matrimonio infelice con il ricco Chatterley opprime, e che  trova nuova vita nella relazione scandalosa con il guardiacaccia stipendiato dallo stesso consorte
esce direttamente sulla piattaforma Netflix, ma il taglio impresso al film dalla regista Laure De Clermont-Tornerre, qui al secondo titolo diretto dopo una carriera da attrice, è più cinematografico che "da serie": nel narrare una storia d'amore ricca di esitazioni come di slanci, che trova la sua sublimazione in una scoperta dell'Eros dirompente quanto naturale, sceneggiatura e regia sottolineano un punto di vista femminile,  percepibile anche senza leggere i titoli. Pur con qualche accademismo di troppo, la materia viene raccontata con carica erotica schiettamente, mai pruriginosa o fine a sé stessa, e questo è uno dei punti a favore della pellicola: nel cast,  Emma Corrin, la protagonista, ha una bizzarra postura che via via viene meno, e forse è cosa intenzionale, per esprimere meglio la naturalezza cui va incontro, e tra i personaggi maschili, se di Jack O'Connell viene messa in risalto la fisicità "all'antica", di Matthew Duckett è interessante il progressivo irrigidimento e peggioramento del carattere del suo personaggio.


 
L'OMBRELLONE ( I, 1965) 

DI LUCIANO SALCE 
Con ENRICO MARIA SALERNO, Sandra Milo, Jean Sorel, Lelio Luttazzi. 
COMMEDIA 
Sull'Italia del pieno boom economico esiste un vero e proprio sottogenere proliferato a metà del decennio che lo visse, da "Il sorpasso" a "La voglia matta", passando anche per "Il giovedì" e altri titoli di commedia, sempre ammiccanti ma anche pennellati d'amaro. Non può mancare anche questo "L'ombrellone", nel quale, in pieno Agosto, un ingegnere abbandona una Roma dai vuoti spettrali per raggiungere la moglie in vacanza sulla riviera adriatica. Ma il sognato relax accanto alla sposa si traduce in un nevrotico altalenarsi tra compagnie invadenti, finti amici che cercano di conquistare le grazie della bella signora, traffico fastidioso, e la considerazione che quello che sembrava la peggiore insidia, il playboy belloccio, alla fine è un tipo migliore del previsto. Enrico Maria Salerno si presta ad un ruolo brillante con scioltezza ( il tic acquisito nel finale è un tocco finissimo d'attore), il cast variegato intorno, che vede Sandra Milo, Leopoldo Trieste, Jean Sorel, Lelio Luttazzi, la Daniela Bianchi di "Dalla Russia con amore" è ben condotto da Salce, che forse mostra mano meno felice in un montaggio fin troppo "agitato", all'avanguardia, sicuramente, per il periodo in cui questo film fu concepito e realizzato, ma, si veda per esempio nella sequenza della partita di calcio ( anticipatrice di quella poi rimasta storica di "Fantozzi") quasi stordente da seguire. Meno acuto probabilmente dei titoli coevi citati sopra, ma dotato di un'asciuttezza che lo distingue.


 
LE OTTO MONTAGNE ( I/B/F, 2022)

DI FELIX VAN GROENINGEN e CHARLOTTE VANDERMEERSCH 
Con LUCA MARINELLI, ALESSANDRO BORGHI, Elena Lietti, Filippo Timi. 
DRAMMATICO
Vincitore del premio speciale all'ultima mostra di Cannes, e tratto dall'omonimo romanzo di Paolo Cognetti che ha conquistato il premio Strega nel 2017, "Le otto montagne" è stato distribuito poi in Italia, uno dei tre Paesi che lo hanno co-prodotto ( gli altri sono Belgio e Francia), come un anomalo film di Natale. E la scommessa è andata anche bene, dato che la pellicola ha per ora incassato quasi cinque milioni e mezzo, cifra assai significativa, vista la situazione poco lieta delle cifre del box-office di questi tempi. Vi si narra l'amicizia lunga una vi ta di due ragazzi che divengono uomini, Pietro e    Bruno, uno cresciuto in città a Torino e l'altro in un piccolo paese nel Valdostano, che sulla montagna si conoscono e per la loro vita questa avrà un ruolo cruciale: come accade per ogni amicizia nasce nei primi anni dell'esistenza , le strade dei due si intrecciano, diventano parallele e si allontanano, ritrovandosi sporadicamente e in alcuni punti del loro proseguimento. Due giovani che considerano la vita in città limitante e poco sana, due vite che nonostante qualche similitudine prendono corsi diversi perché, come si sa, è il carattere che imprime la direzione sulle scelte e sui percorsi che si incontrano: ma, come poi succede nel mondo reale, non è detto che chi sembrasse possedere la forza per superare le asprezze, poi alla lunga risulti quello che veramente la spunta, e viceversa. Diretto a quattro mani dal regista di "Alabama Monroe", Felix Van Groeningen, e dall'esordiente dietro alla macchina da presa Charlotte Vandermeersch, già attrice, il film si svolge in due ore e mezzo, cui forse un alleggerimento di minutaggio non avrebbe fatto male, ma una una sua densità di racconto, una corposità che riesce ad abbinare la poetica del sentimento di fratellanza all'inaspettata crudeltà della montagna ( e quindi della vita stessa) che punisce chi non l'affronta con la dovuta cautela. Luca Marinelli e Alessandro Borghi, lo sapevamo già, sono due degli attori ancor giovani italiani più validi e capaci di vestire un personaggio sia introverso che più sfacciato, e fanno buona figura anche il padre impersonato da un Filippo Timi incisivo, e Elena Lietti, in questa stagione visibilmente determinata a farsi largo tra i nuovi nomi da tenere d'occhio.

mercoledì 1 febbraio 2023


 
GLASS ONION- Knives out ( Glass Onion- Knives out, Usa 2022) 

Di Rian Johnson 
Con DANIEL CRAIG, Janelle Monáe, Edward Norton, Kate Hudson. 
GIALLO/COMMEDIA 
A fine 2019, "Cena con delitto" si era rivelato uno dei titoli di maggior successo di quella che ormai chiamiamo era pre-Covid: diretto dal regista dell'ottavo episodio di "Star Wars"( a mio avviso, uno dei migliori e più coraggiosi della saga, peccato il prosieguo non sia stato all'altezza), il giallo con cast di buon livello, sapeva impastarsi con la commedia e risolversi in una morale che trattava di classismo e di ribaltamenti di prospettiva in maniera intelligente. Poco dopo la sua uscita, venne annunciato un sequel che avrebbe coinvolto sia lo stesso regista che il protagonista Daniel Craig, in uscita dal ruolo di James Bond, nei panni del detective Benoit Blanc. Come avremo modo di constatare anche in questo episodio secondo, in realtà Blanc è un investigatore che ha un discreto intuito, ma ha meno peso nelle vicende di cui si occupa dei suoi tradizionali colleghi. Tuttavia, lo sfondo è questa volta un'isola greca in pratica padroneggiata da un milionario moderno, che ha invitato un gruppo di persone con le quali aveva fatto partire la propria avventura imprenditoriale. Ma c'è un delitto, e nella "cipolla di vetro" che è in pratica la forma della lussureggiante dimora del magnate, si scopriranno le carte, non prima che qualcun altro abbia rischiato seriamente la vita. Il seguito di "Knives out" è sostanzialmente una pellicola ben fatta, recitata con partecipazione e saporita ironia da un po' tutto il cast, con una rotta che  rispecchia lo spirito anarcoide del regista: vi si rintraccia una tendenza alla verbosità, e non torna una cosa assai importante circa la vera identità di uno dei personaggi principali, ma il film, che regala un gustoso cameo ad un divo degli anni Novanta che dice qualcosa di più sul detective Blanc, può essere il segmento centrale di una trilogia giallo/rosa  non disdegnabile.