SPAGHETTI A MEZZANOTTE ( I, 1981)
DI SERGIO MARTINO
Con LINO BANFI, Barbara Bouchet, Teo Teocoli, Alida Valli.
COMMEDIA
Un sottogenere della commedia all'italiana a cavallo tra gli anni Settanta e gli Ottanta fu l'imitazione della classica "pochade", con giro di equivoci e intrallazzi, scambio di persone e bugie da reggere, a sfondo perlopiù lubrico: il regista più bravo a gestire questo tipo di filone è stato Giorgio Capitani, e tra gli interpreti più abili a piroettare in situazioni come sopra, Johnny Dorelli e Enrico Montesano. Nella fase di "ripulita" di Lino Banfi, dalle commediole delle spiate sotto la doccia delle bellone a personaggio tv di successo più ampio, di cui l'esempio migliore rimane "Vieni avanti, cretino", ci fu posto anche per "Spaghetti a mezzanotte", in cui si vuole che il protagonista, avvocato con Barbara Bouchet per moglie e Alida Chelli per amante ( e dico poco...), si ritrova coinvolto in un regolamento di conti tra mafiosi, un morto in casa, e il giudice marito dell'amante che è sempre ad un passo dallo scoprirlo. Per di più, c'è Teo Teocoli architetto che gli insidia sposa e conto corrente, e un'ossessivo richiamo ad una dieta per perdere peso. Il filmetto è meno volgare di molti altri girati da Banfi, che, come rilevò Kezich, poteva contare comunque su una grinta che non era comune a molti comici dell'epoca: il fatto è che Martino risultava meglio come regista di B-movies d'azione che come autore di commedie, a cui non sapeva infondere molto spirito. Per cui, le due sventole in scena si ammirano in versione semicastigata, a parte un paio di strip fulminei della Bouchet, Teocoli, che sul grande schermo ha sempre funzionato meno che in tv e sul palcoscenico, risulta più petulante che divertente, e più di una volta si ha l'impressione che il tutto giri a vuoto.
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