BRIDGET JONES'S BABY ( Bridget Jones's baby, GB 2016)
DI SHARON MAGUIRE
Con RENEE ZELLWEGER, COLIN FIRTH, PATRICK DEMPSEY, Emma Thompson.
COMMEDIA/SENTIMENTALE
Il libro era già uscito tempo fa, e dopo alcuni tentennamenti e rinvii, giunge anche sugli schermi l'atto terzo delle vicende di Bridget Jones, ex-raqazza con la fobia della condizione di single, che però pareva aver scacciato, dopo un tira e molla durato due capitoli, tra il seduttore inaffidabile Hugh Grant e il più serio e impacciato Colin Firth: il numero 3 della "BJ story" si apre, appunto, con il funerale del primo dei due contendenti, presenti diverse ex-fiamme, e pure Bridget, tornata sola, e Mark, che si è sposato con una donna molto diversa da lei. Al lavoro in una regia televisiva, la protagonista va con l'amica e conduttrice di un talk-show, Miranda, ad un festival di musica, in cui si infila per sbaglio nella tenda di quello che diventerà il suo nuovo tormentone sentimentale, e dopo una notte piuttosto intensa, ad un battesimo ritrova l'antico partner Mark, il quale si sta divorziando, e ricapita un "fattaccio". Segue la scoperta della gravidanza, e parte la querelle responsabil-passionale: chi è il padre? E qual'è dei due l'uomo su cui contare? Dodici anni pesano, tra un episodio e l'altro, e se Renee Zellweger, fin dall'inizio, fa presente che si è riapprocciata al ruolo della vita con ironia, ballando e cantando buffamente nel suo appartamento da single, si assiste ad una prima parte in cui pare di non essere distanti dai più beceri esempi di umorismo dei film di De Sica, Boldi & c. ( faccio un esempio? La sorella che fa all'eroina "Ma ti ha messo il burattino in bocca?", in macchina, davanti ai figlioletti...), ed una seconda in cui la pellicola recupera un pò, viaggiando sul consueto, spalmato al miele, ma strappando perlomeno qualche centellinato sorriso. Le stilettate alle nuove generazioni con barbe stilizzate, alla gente di parrocchia ottusa, scompaiono in un racconto che pare più premiare la ricerca di una pacifica sponda, in campo sentimentale, che inoltrarsi nella rischiosa ma appagante dimensione dell'amare qualcuno.
Nessun commento:
Posta un commento