domenica 15 giugno 2014


I NUOVI CENTURIONI (The new centurions,USA 1972)
DI RICHARD FLEISCHER
Con GEORGE C.SCOTT,STACY KEACH,Jane Alexander,Erik Estrada.
DRAMMATICO
Nei primi anni Settanta,un'istituzione come il corpo di polizia,nei film americani,anche a causa delle denunce di Frank Serpico della corruzione e della durezza della vita dei poliziotti comuni,fu messa in discussione in varie pellicole:vedi appunto,"Serpico","I ragazzi del coro" e questo "I nuovi centurioni",tratti gli ultimi due da romanzi di successo di Joseph Wambaugh,che in polizia c'era stato,e aveva comunicato malesseri e crisi degli uomini in uniforme su carta stampata.Richard Fleischer,che è stato un cineasta affatto male,abile con i kolossal,ma anche con titoli meno roboanti con i budget,inquadra una squadra di agenti losangelini,includendo minoranze etniche,concentrandosi su un "rookie",una recluta,ed un veterano pronto al pensionamento,interpretati da Stacy Keach e George C.Scott.Se il primo,che nel corpo avrebbe dovuto passare solo un periodo,prima di laurearsi ed andare a fare l'avvocato,ma poi non sa più venir via da una vita di pattugliamenti,inseguimenti,perquisizioni,il secondo,che mette un'umanità consapevole e non cinica nel proprio mestiere,arriverà a lasciare il lavoro,prospettando un'anzianità serena,e una vita da nonno felice,ma così non sarà.Girato con stile realistico,dosando bene dramma e cinema d'azione,senza ricorsi alla spettacolarizzazione fine a se stessa,il lungometraggio soffre solo a tratti qualche elemento che lo data,ma sa raccontare un dramma di coscienza,e di disagio sociale e personale,con finezze come la telefonata "ordinaria",con metafora sulla solitudine di un personaggio che poi si spara in bocca,e la constatazione del senso di svuotamento degli appartenenti ad un ordine,non appena fuori,nella vita quotidiana.Si notano volti poi conosciuti come Erik Estrada,futuro divo tv di "CHIPS",e Ed Lauter,spesso nei film polizieschi:Stacy Keach era allora un giovane promettente,ma il migliore in campo è il mai troppo stimato George C.Scott,che ha una scena in solitaria,in cui fa emergere tutta la fragilità irrimediabile,del suo poliziotto d'esperienza.

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