L'ULTIMA NOTTE DI AMORE (I, 2023)
DI ANDREA DI STEFANO
Con. PIER FRANCESCO FAVINO, Linda Caridi, Antonio Gerardi, Francesco Di Leva.
NOIR
Nonostante il titolo possa sviare, ma in effetti la mancanza di un apostrofo un motivo lo dovrà avere, "L'ultima notte di Amore" non è un film sentimentale, bensì un noir all'italiana che, però, in più momenti, ha un respiro internazionale: Franco Amore è un poliziotto che ha fatto una carriera onesta, senza mai sparare uccidendo criminali, ed è a un passo dal congedarsi dal corpo di Polizia per godersi la pensione, ancora piuttosto giovane. Lo vediamo recarsi alla festicciola a sorpresa che la giovane moglie gli ha organizzato, con amici e colleghi, ma quella nottata sarà lunga, perché poi conosceremo l'antefatto e il prosieguo, e non sarà una passeggiata. Amore si è fatto coinvolgere in un servizio extra di vigilanza per preziosi, pagato da un cinese cui ha salvato la vita, che ovviamente non hanno provenienza chiara, e fanno gola a troppa gente. Andrea Di Stefano, al terzo film diretto in nove anni, realizza un titolo che fino dai titoli di testa, nei quali c'è una panoramica su una Milano notturna alla quale l'efficace colonnq sonora di Santi Pulvirenti aggiunge pathos ad hoc, incalza e tiene lo spettatore vigile sulle sorti di un uomo ingenuo, ma dotato comunque dell'istinto dell'investigatore, al quale dovrà attaccarsi con tutte le sue forze per uscire vivo da quella notte che si potrebbe ingoiare l'esistenza sua e di chi ama. Magari lo snodo conclusivo perde un po' a livello di credibilità, però a livello di grinta, di tensione e di gusto per il racconto siamo di fronte ad una pellicola che può diventare un neoclassico del genere. Di Stefano, che è nato attore, infatti azzecca il cast, dando le tonalità giuste ad ogni personaggio in scena, anche quelli che compaiono meno: dall'impeccabile Favino, che passa dal panico alla razionalità di porsi le domande giuste, fino al passare all'azione, alla notevole Linda Caridi nel ruolo della moglie del protagonista, di una spontaneità considerevole, ai ruoli da caratteristi dati agli ottimi Antonio Gerardi ( bravissimo sia sul versante brillante che su quello drammatico) e Francesco Di Leva, volto sempre più frequente del cinema di qualità nostrano.
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