ARIAFERMA( I, 2021)
DI LEONARDO DI COSTANZO
Con TONI SERVILLO, SILVIO ORLANDO, Fabrizio Ferracane, Pietro Giuliano.
DRAMMATICO
Non ha una collocazione esatta il carcere antico un cui si svolge "Ariaferma", presentato allo scorso festival di Venezia con buon successo di critica: alla notizia della dismissione dell'edificio, le guardie carcerarie festeggiano, essendo la vallata ove è situato il bagno penale un posto lontano da tutto, ma per un impiccio burocratico, dodici detenuti devono essere trattenuti ancora un po' di tempo là, e quindi per i secondini il trasferimento slitta. La particolare situazione fa sì che tra il capo delle guardie e il carcerato più carismatico, un capoclan camorrista, si sviluppi un rapporto inizialmente di sfida, poi sempre più ravvicinato e umanizzato. Il film di Di Costanzo è carico di tensione, ma sapientemente asciutto nei dialoghi e nella definizione dei caratteri: tra attriti e scambi d'opinione i due "avversari" si tengono a distanza, ma si specchiano anche, capendo che per certi versi vivono una medesima condizione di prigionia. Il lavoro della regia viene aiutato anche dalle prove ottime degli attori, va da sé che tra Servillo e Orlando la qualità sia alta ( però, per quanto bravo l'interprete de "Il divo", a questo giro il collega vince ai punti per la forza della caratterizzazione), e piace la conferma dell'emergente, nel cinema, Fabrizio Ferracane. Il film si conclude senza dare risposte, lasciando allo spettatore il carico e il piacere di trarre le proprie conclusioni, con una sequenza, quella della cena tra carcerati e secondini alla scarsa luce delle torce, che rimarrà, per la forte spiritualità, densa di pietà che trasmette. Capace di reggere il confronto con la pietas e il senso del sacro del finale di "Accattone", uno dei momenti alti del cinema nostrano.
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