RAY ( Ray, USA 2004)
DI TAYLOR HACKFORD
Con JAMIE FOXX, Kerry Washington, Regina King, Clifton Powell.
BIOGRAFICO/DRAMMATICO
Talento assoluto della scena musicale mondiale, Ray Charles perse la vista da bambino, e insieme a Stevie Wonder, fu uno dei grandi non vedenti della musica americana, cavalcando successi per oltre quarant'anni, da "I can't stop loving you", a "Georgia on my mind", concedendosi spesso a duetti di classe ( da citare almeno "Baby Grand" accanto a Billy Joel): partecipò anche a Sanremo nel 1990, presentando "Good love gone bad", versione in inglese de "Gli amori" (decisamente migliore dell'originale). Ne ha girato un biopic un regista saldo ma mai definito autore quale Taylor Hackford, responsabile di pellicole di successo come "Ufficiale e gentiluomo" e ""L'avvocato del diavolo": il film racconta dall'infanzia, con la perdita del fratellino in un incidente, la cecità giunta sempre in verdissima età, alla passione per la musica e alla perdizione nei vizi. Uscito quando l'artista era alla fine dei suoi giorni, "Ray" fece vincere al suo protagonista premi di livello mondiale come il BAFTA, il Golden Globe e l'Oscar, ma per quanto Foxx sia un buon interprete, qui sembra che si fermi ad una convincente imitazione del musicista: e l'intero lungometraggio, oltre che, chiaramente, un omaggio alla musica straordinaria di Charles, dà l'idea di una lunga esposizione, ma che rimanga tutto sommato in superficie rispetto alla storia tormentata, per quanto eccezionale, che racconta. Ben girato e per niente agiografico, correttamente, ma il film poteva risultare più memorabile: spesso le biografie su pellicola non riescono a dare lo spessore adatto ad una materia complessa come un'intera esistenza.
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