ROSSO ISTANBUL ( Istanbul kirmizisi, I/TU 2017)
DI FERZAN OZPETEK
Con NEJAT EISLER, Halit Ergenc, Mehmet Gunsur, Cigdem Selisik Onat.
DRAMMATICO
Di ritorno dopo anni nella sua città, il regista turco di fama internazionale Deniz Soysal è rientrato a Istanbul per pubblicare un manoscritto che presenta all'editore Orhan Saysin per farlo pubblicare. Ma il confronto tra i due uomini si tinge di giallo, perchè quest'ultimo, dopo una cena in cui si è consumato diverso alcool, sparisce mentre l'altro cade in un sonno profondo... Ritorno anche per Ferzan Ozpetek nella sua Turchia d'origine, anche se il cineasta è naturalizzato italiano, con un film che ha tratto da un suo romanzo, e quindi è inevitabile la traccia autobiografica in questo suo undicesimo titolo diretto. Svolto con passo meditabondo, con delle lentezze atte a esplorare rapporti tra i personaggi, eppure non prive di fascino nel loro dipanarsi, "Rosso Istanbul" è un film fin troppo ellittico, a volte fino esageratamente ellittico, quasi ostico nel dichiararsi: da sempre il cinema del regista turco-italiano è composto anche da rapporti non del tutto espressi, legami non definiti, allusioni a potenziali sviluppi che restano tali, ma qui, spesso, la sceneggiatura scritta in tre con Gianni Romoli e Valia Santella pare fermarsi e ripartire, senza voler portare in fondo il racconto. E' un peccato, perchè la pellicola è ben recitata da volti interessanti, quali il protagonista Nejat Eisler e la bellissima Tuba Buyukunstun: forse al risultato finale, che si chiude con una scena relativamente enigmatica ( ma è forse una delle cose meno misteriose della storia, con una fondamentale presa di coscienza e, finalmente, una crescita personale) non ha giovato il rimanere sospeso tra il 2015 e il 2017, per via della confusa situazione sociopolitica turca, ma così com'è, è un'opera quasi tronca.
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