PASSION ( Passion, USA 2012)
DI BRIAN DE PALMA
Con NOOMI RAPACE, RACHEL MCADAMS, Karoline Herfurth, Paul Anderson.
THRILLER
Presentato a Venezia con diversi fischi alla proiezione, è il secondo titolo di Brian De Palma a non avere regolare distribuzione nel nostro Paese: la cosa è, più che singolare, quasi incredibile, perchè si parla di un autore tra i maggiori del cinema americano degli ultimi quarant'anni, e comunque, al di là del risultato finale, non trovar posto nei cinema ad un lavoro che, a livello di realizzazione, è al di sopra della media di molti altri film che circolano nel buio delle sale. Il business è una jungla, vero, come ci ha insegnato molto altro cinema: e nel mondo della pubblicità, presentare come proprie idee venute magari ai sottoposti, può essere motivo di attrito, quando non di rancore. Tra Christine e Isabelle si innesca un rapporto strano: la seconda finisce nel letto dell'uomo della prima, ma questa è ancora più infida, giacchè si accaparra le iniziative dell'altra donna, e attua un gioco pericoloso di manipolazione, seduzione e sfida con lei. Ricatti, voyeurismo, tradimenti e sgambetti, per finire nel sangue: in mezzo, troppi psicofarmaci, e rabbia repressa. Per quanto immersi negli eleganti e asettici corridoi dell'ambiente dei pubblicitari di alta categoria, sono gli istinti viscerali e belluini a regolare a fondo le cose. Il problema maggiore di "Passion" sta nel titolo: infatti, di passione vera e propria non c'è gran traccia, in questo thriller laccato, ricco di inquadrature ben costruite, e scandito con sinuosa macchinosità nell'intrigo, che si inerpica fin troppo, fino ad un finale che sbanda nell'onirismo scatenato. Intendiamoci, la traccia di un regista e delle sue ossessioni più classiche, dallo sguardo nascosto, all'erotismo che serpeggia appena ai lati delle inquadrature, e qua e là sfocia in guizzi ben presenti nelle immagini, c'è: ma la concatenazione di eventi del racconto, che è l'immediato remake di un giallo francese di due anni prima, "Crime d'amour" di Alain Courneau, diviene ad un certo punto poco probabile, per la fin troppa elaborazione degli intenti dei personaggi. Del cast, stranamente fuori parte la di solito efficace Rapace, che come oggetto del desiderio di quasi tutti i personaggi principali, lascia più di una perplessità, mentre l'ambiguità di Rachel McAdams, vista la irrecuperabile falsità del suo personaggio, è ben resa. Un'occasione sprecata, ed è un gran peccato, visto che negli ultimi quindici anni De Palma ha girato solo quattro film: e "Redacted" è il migliore di questi.
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