SNOWDEN ( Snowden, USA/D, 2016)
DI OLIVER STONE
Con JOSEPH GORDON-LEVITT, Shailene Woodley, Melissa Leo, Zachary Quinto.
DRAMMATICO
Due ore e un quarto sono un lasso di tempo relativamente esiguo, ma bastano a Oliver Stone per tracciare in maniera piuttosto eloquente, al cinema, la vicenda di Edward Snowden, che portò alla luce la rete di sorveglianza globale messa in atto dall'agenzia NSA, e da lì in poi è considerato fuorilegge negli Stati Uniti, e vive in Russia, ove ha chiesto asilo politico. La cinematografia dell'autore di "Nato il Quattro Luglio" include un altro tassello, che aumenta la visione della recente Storia americana, secondo il regista che trionfò a metà anni Ottanta con la guerra del Vietnam raccontata in "Platoon": cast importante, in cui trova posto anche, per tre scene, ma peraltro ben recitate, Nicolas Cage, e una sceneggiatura zeppa di dialoghi ma fluente e ben illustrativa di fatti successi appena ieri, e non poco complessi. Non dimentichiamoci che Stone è dietro agli scripts di titoli come "Fuga di Mezzanotte", "Conan il barbaro", "Scarface", prima ancora di debuttare da regista, e quindi, se da un lato l'insinuazione di certa critica, di sforare talvolta nella retorica, forse non è sempre stata spropositata, va detto che questo è un uomo di cinema capace e che sa fondere storie private e magniloquenza dello sfondo storico del contesto. Biopic che sfiora il thriller spionistico, anche se narra, certo, riadattando a livello di scrittura cinematografica, cose accadute davvero, "Snowden" è forse lontano dall'intensità emotiva dei titoli sopra citati, dello stesso regista, ma forse è giusto, per far maggiormente concentrare lo spettatore sulla consistente mole di informazioni fornitegli, e dargli modo di valutare la gravità della disinvoltura con cui il Potere scavalca diritti; in pratica, la chiave di lettura del film è il sarcasmo con cui si guarda a come la "patria della Libertà" si comporti, sotto l'influsso della paura, rubando i segreti di chiunque, nè più, nè meno come i servizi segreti dell'URSS, che erano sempre stati accusati di violare qualsiasi cosa della vita privata dei cittadini.
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