IL DANNO (Fatale/Damage,F/GB 1992)
DI LOUIS MALLE
Con JEREMY IRONS, JULIETTE BINOCHE, Miranda Richardson, Rupert Graves.
DRAMMATICO
Dal romanzo "Fatale" di Josephine Hart, uno dei non pochi titoli che nel 1992 puntarono su un erotismo corposo e pessimista:nella stagione che offrì al pubblico questo, "Basic Instinct","Sex and Zen","Body of evidence","Luna di fiele", il dramma psicologico e sensuale di un importante uomo politico che perde letteralmente la testa in una relazione adultera con la compagna del figlio, causando danni irreversibili, fu un discreto successo al box-office, e divenne film di culto per numerosi spettatori. Per Louis Malle non fu certo il primo lungometraggio che faceva discutere, le polemiche di vario tipo sorte dietro ,ad esempio, a "Cognome e nome:Lacombe Lucien" e "Pretty baby", erano di gran lunga superiori a qualche articolo piccato su questa sua pellicola. Del resto, al di là della morbosità della relazione tra un uomo maturo e la giovane donna che è impegnata in una relazione con il suo erede diretto, il film congegna scene erotiche coreografate nel non mostrare quasi niente dei corpi nudi di Jeremy Irons e Juliette Binoche, ma risolte immortalando un darsi l'uno all'altra e viceversa degli amanti, con silenzioso livore, in un'apoteosi famelica ma mai gioiosa della carnalità a lungo soppressa,che, alternata alla fin troppo sobria quotidinatità alto-borghese della vita familiare mostrata, è la cosa più stordente di questo lavoro. Fin troppo algido nella messinscena, "Il danno" è un lungometraggio cui la scrittura di David Hare dona una geometrica eleganza nell'impaginare situazioni e rapporti, con un Jeremy Irons distinto e ben curato nell'aspetto, ma quasi funereo nelle espressioni e nell'indole, e con una Juliette Binoche altera e dalla bellezza distante, che inietta una freddezza sprezzante nel proprio personaggio. La chiusa è intrisa di amarezza, la conseguenza naturale di un atto sconsiderato e prolungato, che infine è la cifra di quel che è questo film: benchè attraversato da calor bianco di amplessi intensi ,che diventano quasi scontro fisico, ciò a cui assistiamo è un netto apologo morale.
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