domenica 28 agosto 2022


 
IL RITORNO DEL MONNEZZA ( I, 2005)

DI CARLO VANZINA 

Con TOMAS MILIAN, Elisabetta Rocchetti, Enzo Salvi, Kaspar Capparoni.

COMMEDIA/AZIONE

Ogni tanto, nel cinema, torna fuori la voglia di riprovare a riprodurre un filone di quelli andati forte un tempo, ma è quasi una certezza che il tentativo di riadeguamento di personaggi amati dal pubblico trenta o quaranta anni prima, riscuotano altrettanto favore nelle loro nuove versioni, vedi il recentissimo flop dell'' "Altrimenti ci arrabbiamo" 2022. Poco dopo il 2000, probabilmente stimolati dalle ricerche su Internet e YouTube dei fans incalliti di clip e battute delle prodezze del maresciallo Nico Giraldo, detto "Er Monnezza" i fratelli Vanzina girarono questo reboot con Claudio Amendola nel ruolo del figlio dello sbirro sempre in borghese modello tamarro, che semina sberle e calcioni e rivolge coloriti inviti a tutti quelle "gli rompono li cojoni": Monnezza jr. si mette sempre dalla parte dei più deboli, con la sua filosofia di strada cerca di fare rispettare la legge e mostra di avere l'intuito giusto, ma il film, che già si modellava su un punto di riferimento non esattamente eccelso, da un punto di vista cinematografico, è un'operazione fallimentare in tutti i sensi. Non si ride mai, le scene action sono mal congegnate, Amendola, che altrove è un attore anche bravo, qua non fa che ammiccare e fare il piacione di periferia, e seppure nell'originale, la qualità delle pellicole era tutt'altro che buona, perlomeno si respirava, anche riguardandoli a distanza di anni, qualche idea dell'epoca in cui erano girati. Qui si stenta, si sbadiglia e si dura assai fatica a concludere la pur esigua ora e mezza scarsa di proiezione della pellicola.


 CASE 39 ( Case 39, USA 2010)

DI CHRISTIAN ALVART
Con RENEE ZELLWEGER, Jodelle Ferland,  Bradley Cooper, Ian McShane.
HORROR
  Il "caso 39" per l'assistente sociale Emily è quello riguardante la ragazzina Lilith, che racconta di essere perseguitata dai propri genitori, al punto di temere per la propria sopravvivenza: la donna, allertata e colpita da quel che la giovanissima le ha narrato, cerca in tutti i modi di sottrarla al giogo familiare da cui Lilith pare rischiare di venire schiacciata, finché una notte, addirittura, i due genitori non vengono colti in flagrante nell'atto di voler morire bruciata nel forno la figlia. Emily, dopo essere riuscita a fermarli, e a farli internare in attesa di processo, ottiene di prendere in affido Lilith, donandole affetto e sicurezza che fino a quel momento le sono mancate: ma c'è un errore molto grave di ingenuità, da parte sua... Debutto nel cinema americano del regista tedesco Christian Alvart, "Case 39" è un horror prevalentemente di atmosfera, che insinua l'aura minacciosa del genere dopo un bel po' che il film ha avuto inizio: lo spunto è buono, le premesse interessanti, ma via via che la storia scorre, tutto si fa prevedibile, le spiegazioni sanno sempre un po' di forzato, e di brividi veri e propri non ne attivano. C'è qualche respiro di "Rosemary's baby' ( quei mobili spostati...), ma la sensazione è che si sia giocato al risparmio, eppure, Hitchcock ne"Gli uccelli" lo mostrò bene, per inquietare lo spettatore, poteva bastare una stanza chiusa e rumori spaventosi contrastanti con i primi piani dei personaggi. Ma, del resto, il povero Alvart non è il regista de "La finestra sul cortile", e il film si avvia a una conclusione facilona quanto deludente.

giovedì 25 agosto 2022

QUELL'ULTIMO PONTE ( A bridge too Far, GB/USA 1977)
DI RICHARD ATTENBOROUGH
Con SEAN CONNERY, MICHAEL CAINE, ROBERT REDFORD, GENE HACKMAN.
GUERRA
Quando questo kolossal bellico uscì, furono molti meno i soldi che incassò, di quanti ne era costati: un'operazione che rimandava a "Il giorno più lungo", con tantissimi bei nomi dello stardom dell'epoca, ognuno con un dato tempo in scena, ma, contrariamente al successone dei primi anni Sessanta, viene raccontata una pagina negativa della guerra degli Alleati, una sconfitta patita in Olanda, a Arnhem, nel 1944. Tratto da un saggio dello storico Cornelius Ryan, con la sceneggiatura affidata a William Goldman, che, giusto l'anno prima, aveva scritto l'ottimo "Il maratoneta", "Quell'ultimo ponte" fu, in pratica, il film che sancì la fine delle grosse produzioni di genere bellico, spesso strutturate come questo titolo, visto che il pubblico si era mostrato tiepido, le critiche poco benevole, e anche come riconoscimenti e candidature, oltre ai BAFTA britannici, ben poco era arrivato. Richard Attenborough realizza qualche buona sequenza di guerra, come lo scontro con il carrarmato tedesco sul ponte,  ma, come spesso gli è accaduto in carriera, da regista,  eccede con il minutaggio e abbonda fin troppo con la descrizione di situazioni e personaggi. Del ricchissimo cast, che annovera nomi come Sean Connery, Laurence Olivier, Dirk Bogarde, Michael Caine, Robert Redford, Liv Ullman, Edward Fox, James Caan, Gene Hackman,  Anthony Hopkins, spiccano Redford e Caan, con le due sequenze migliori della pellicola, e cioè quella in cui il primo attraversa, assieme ad altri soldati, un tratto d'acqua sotto il fuoco dei tedeschi, e la scena rende una tensione forte, come dovrebbe essere, e quella in cui il secondo punta la pistola a un medico militare perché curi il suo ufficiale, nonostante il dottore consideri già deceduto per le ferite il graduato. Però, il film risulta meno pomposo di quanto un'operazione potrebbe essere risultata, ma macchinoso in più momenti, e forse già fuori tempo. 

mercoledì 24 agosto 2022


 
LA VITTIMA DESIGNATA ( I, 1971)

DI MAURIZIO LUCIDI
Con TOMAS MILIAN, PIERRE CLEMENTI, Katia Christine, Marisa Bartoli.
THRILLER
Il pubblicitario di origine sudamericana Stefano vorrebbe sfilarsi dal matrimonio con una donna ricca, per cui non sente più niente, è abituato alla bella vita e quando incontra un nobile veneziano dall'aria decadente e spiritata, che gli offre un singolare, quanto macabro, patto, e cioè l'aristocratico pronto a togliere di mezzo la moglie ostile del primo, che per contraccambiare dovrà assassinare il di lui fratello. Colpito dall'azzardata proposta, il protagonista non la prende troppo sul serio, ma quando la consorte viene uccisa da sconosciuti, capisce che si è messo in un grosso guaio... Lo spunto, e anche qualcosa in più, della trama, è ripreso pari pari da un classico hitchcockiano come "L'altro uomo/Delitto per delitto", e simile è la spirale angosciosa nella quale precipita il personaggio principale, che vede realizzarsi un proprio pensiero maligno, che chiaramente non voleva  veramente si attuasse. Diretto con ritmo da Maurizio Lucidi, che, di seguito, ha girato qualche commediola senza molta ispirazione , come "Tutto suo padre" nella quale Enrico Montesano veniva scambiato per l'erede hitleriano da una banda di nostalgici del Reich, "La vittima designata" è, negli anni, diventato un insolito titolo di culto, con qualche ragione: buona l'idea di fare doppiare con il proprio accento Milian, in un ruolo ambiguo in cui esprime un talento successivamente soffocato da troppo cinema cialtrone, benché stracult, la tensione con una forte omosessualità latente tra i due "sfidanti", e il buon colpo di scena conclusivo, che rende il racconto fors'anche più crudele del riferimento, il film hitchcockiano degli anni Cinquanta.