DOCTOR SLEEP ( Doctor Sleep, USA 2019)
DI MIKE FLANAGHAN
Con EWAN MCGREGOR, Rebecca Ferguson, Kyliegh Curran, Cliff Curtis.
HORROR
L'operazione "Doctor Sleep" partiva già con un handicap, per dirla in termini sportivi, dato che riprende, molti anni dopo, le questioni di "Shining", cult assoluto dell'horror, del cinema e della letteratura "commerciale". Si ricorderà che, nonostante il film che Stanley Kubrick trasse dal romanzo di Stephen King, sia considerato, fin dalla sua uscita, un grande classico, l'autore del romanzo originario espresse il suo dissenso per via delle forti differenze tra l'opera letteraria, e il lungometraggio che il regista ne tirò fuori. Protagonista del seguito è Danny Torrance, figlio di Jack, che sullo schermo fu interpretato da un Nicholson in stato di grazia, tanto da renderlo una figura ironica dell'horror, e del cinema stesso: viene chiamato "Doctor Sleep" perché accompagna verso il riposo eterno le persone degenti nella struttura sanitaria ove lavora, tranquillizzandoli, grazie alla "luccicanza" ( lo "Shining" nel testo originale), ha grossi problemi di alcolismo, e però sente che c'è una ragazzina che ha il medesimo sono psichico, con la stessa potenza sua. Sfortuna vuole che un branco di vampiri di energia che formano un clan detto "Il Nodo", capeggiati da una bellissima, quanto pericolosa, donna chiamata "Rose Cilindro" intende agguantare la ragazza per distruggerla, e quindi Danny si frappone tra i nostri e la giovanissima. Senza porre confronti ingiusti, e abbastanza poco centrati, tra il capolavoro di Kubrick e questo film ( è come paragonare "2001 odissea nello spazio" a "2010 l'anno del contatto", forse un'eccessiva ambizione da parte di chi ha progettato e realizzato il seguito, ma sono cose ben distinte tra loro), questo film sarebbe un discreto titolo fantastico, che miscela con efficacia atmosfere western con un impianto orrorifico moderno: il quale difetta, però, di una durata eccessiva, e di una regia con personalità non molto forte. Flanagan conduce con diligenza la barca in porto, ma sul finale, mutato non poco, rispetto al romanzo, come del resto accadeva anche nel caso del titolo diretto da Kubrick il pathos si smorza un bel po'. La scena più disturbante è quella del lungo delitto del bimbo catturato dal Nodo, Ewan McGregor si accolla un ruolo non semplice, dando le sfumature sofferte richieste, ma, anche in questo caso, vietati i confronti con l'istrionica e spettacolare prova di Jack Nicholson nel titolo del 1980.
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