TOLO TOLO ( I, 2019)
DI CHECCO ZALONE
Con CHECCO ZALONE, Manda Touré, Souleymane Sylla, Nassor Said Birya.
COMMEDIA
Italian dreamer, nel senso che spera di far soldi veloce con un'idea che, guarda strano, altri non hanno avuto prima, tipo aprire un "Murgia Sushi", con il risultato di chiudere un mese dopo ed essere sommerso dai debiti ( tecnicamente, un solo mese dopo, non è verosimile, ma va beh...), Pierfrancesco Zalone detto Checco rifugia in Africa a fare il cameriere in un villaggio turistico: lì ha modo di confrontare i sistemi di vita africano e italiano, e attraversa, dopo l'incursione violenta di alcuni miliziani, buona parte del continente a sud del benessere. Atteso con trepidazione dagli esercenti, così come al varco i detrattori con figurato randello, il film numero cinque con protagonista Checco Zalone, emerso dalla schiera di "Zelig", è il primo diretto dal comico: il quale ha collaborato con Paolo Virzì per il soggetto e la sceneggiatura, per fare una commedia che punta meno alla risata da gag, e cerca di essere maggiormente strutturata. Che Luca Medici, in arte Checco Zalone sia uno che tiene d'occhio l'urgenza dell'attualità lo sapevamo, ma i suoi film precedenti sapevano non poco di qualunquismo, con un'indulgenza verso certe ribalderie italiote un pò sospetta: qui se la prende sia con i nostalgici vogliosi di fascio che con i terzomondisti da copertina, con il neocolonialismo da tour operator e con la fame di soldi e voglia di conformarsi alle futilità occidentali degli africani, senza dimenticare coloro che passano dal mendicare un lavoro al diventare personalità della politica, e si permette pure citazioni non dozzinali come quella da "Salvate il soldato Ryan" con i vigili urbani a sostituire gli emissari dell'esercito. Troppa carne al fuoco, vero, e alcuni snodi narrativi che non tornano, o risolti alla buona, e queste sono le pecche maggiori della pellicola, oltre a ribadire il personaggio dell'ignorantone furbastro ma in realtà coglione e meno cattivo di tanti altri: però "Tolo Tolo" è da considerarsi un passo in avanti di un commediante che riempie le sale con una facilità che ha dell'incredibile, e, per ora, sembra avere ancora fiato, più di altri fenomeni del passato ( Spencer&Hill, Boldi&De Sica, Pieraccioni) che avevano come lui sbalordito per cifre e impatto sul botteghino, visto che siamo già oltre i 33 milioni di euro incassati, che deve imparare a gestirsi meglio e bacchettare ancor di più gli italiani nei loro viziarelli. Margine di miglioramento ce n'è.
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