I GANGSTERS ( The killers, USA 1946)
DI ROBERT SIODMAK
Con BURT LANCASTER, AVA GARDNER, Edmond O'Brien, Albert Dekker.
NOIR
Nonostante un amico sia giunto ad avvertirlo che due tipi pericolosi lo cercano, un uomo aspetta il suo destino inesorabile di morte: da questo incipit notevolissimo già per l'epoca, parte la storia a ritroso de "I gangsters", da un racconto breve di Ernest Hemingway, noir passato poi a livello di culto. La regia di Siodmak ha polso, sfrutta i chiaroscuri della fotografia per raccontare una storia fatta di crimine, tradimento plurimo, sentimenti mandati nel verso sbagliato, amicizie virili mantenute nonostante si stia ai due lati della barricata della legge. Del resto, l'autore, provenuto dalla Mitteleuropa, ha firmato più di una pellicola importante, anche se oggi è un regista colpevolmente dimenticato: basti citare "La scala a chiocciola" per sottolinearne la grande capacità di far cinema. Una dark lady sinuosa e magnetica come Ava Gardner trova qui uno dei suoi ruoli migliori, Lancaster, praticamente esordiente, presta la sua fisicità eloquente ad un personaggio incastrato in meccanismi di cui non aveva tenuto conto: e il tema delle scelte, sbagliate o giuste, percorre l'intera pellicola, condotta a ritmo sostenuto tra flashbacks e tempo corrente. Alcuni critici si sono soffermati a indicare l'atmosfera, talvolta richiamante una dimensione quasi onirica, di sogno inquietante, che accompagna molti passaggi del racconto; da notare anche come i killers siano vestiti allo stesso modo, anche se fisicamente antitetici, anticipando di fatto altre coppie di criminali a venire. Sferzante e felpato allo stesso tempo, è un classico che, come appunto tanti lavori di prim'ordine, non conosce vero invecchiamento, essendo un generatore di archetipi e punti di riferimento.
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