PROFONDO ROSSO ( I,1975 )
DI DARIO ARGENTO
Con DAVID HEMMINGS , Daria Nicolodi, Gabriele Lavia, Glauco Mauri.
THRILLER
Racchiuso nella straordinaria fotografia di Luigi Kuveiller, vera e propria miscela di colori ed ombre dagli accenti marcatissimi,"Profondo rosso" è il thriller più famoso del suo autore,Dario Argento, e , a tutt'oggi, una lezione di cinema dalle intuizioni formidabili.Campi lunghi "teatrali" o dettagli resi alla potenza ennesima,il film è una summa di tutte le paure incontrabili su celluloide,in cui bambole rese orrende,giochi malati,ville abbandonate che sono state teatro di terribili vicende,omicidi contrassegnati da un sadismo infantile e particolarmente malvagio, un sistema di scatole cinesi che è la chiave del mistero, e particolari che l'occhio (del protagonista David Hemmings, ma anche di noi spettatori) riceve ma non considera importanti, compongono un efferato teorema audiovisivo. L'assassino che si produce in un vero e proprio bricolage dell'omicidio, commettendo i delitti sull'onda di una personale mistura tra preparazione di un percorso mortuario-feticista e l'ispirazione maniacale del momento, è una delle più agghiaccianti personificazioni del Male viste sullo schermo.L'indimenticabile colonna sonora supporta Argento donando scariche di tensione lungo la visione della pellicola:David Hemmings, accanito e ossessionato musicista-testimone-investigatore, è un clone mccartneyano alla ricerca di una verità quasi inimmaginabile; e gli altri attori, di cui molti provenienti dalle scene teatrali, calzano gli ambigui ruoli elaborati da Dario Argento e Bernardino Zapponi nell'inquietare lo spettatore sull'identità di chi uccide.Una sferzata anche shockante all'immaginario collettivo degli spettatori, che, come si può osservare in una delle scene più belle, quando si arriva all'improvvisa realizzazione di star contando su un piano errato di una verità apparente e di comodo, tutto si blocca, tutto si azzera.E in un corridoio, dove la vicenda ha visto lo scatenarsi di un furore antico , una tragedia dal passato trova la sua eco in una serie di delitti: da qualche parte, riflessa e nascosta nella memoria, la chiave di tutto.
DI DARIO ARGENTO
Con DAVID HEMMINGS , Daria Nicolodi, Gabriele Lavia, Glauco Mauri.
THRILLER
Racchiuso nella straordinaria fotografia di Luigi Kuveiller, vera e propria miscela di colori ed ombre dagli accenti marcatissimi,"Profondo rosso" è il thriller più famoso del suo autore,Dario Argento, e , a tutt'oggi, una lezione di cinema dalle intuizioni formidabili.Campi lunghi "teatrali" o dettagli resi alla potenza ennesima,il film è una summa di tutte le paure incontrabili su celluloide,in cui bambole rese orrende,giochi malati,ville abbandonate che sono state teatro di terribili vicende,omicidi contrassegnati da un sadismo infantile e particolarmente malvagio, un sistema di scatole cinesi che è la chiave del mistero, e particolari che l'occhio (del protagonista David Hemmings, ma anche di noi spettatori) riceve ma non considera importanti, compongono un efferato teorema audiovisivo. L'assassino che si produce in un vero e proprio bricolage dell'omicidio, commettendo i delitti sull'onda di una personale mistura tra preparazione di un percorso mortuario-feticista e l'ispirazione maniacale del momento, è una delle più agghiaccianti personificazioni del Male viste sullo schermo.L'indimenticabile colonna sonora supporta Argento donando scariche di tensione lungo la visione della pellicola:David Hemmings, accanito e ossessionato musicista-testimone-investigatore, è un clone mccartneyano alla ricerca di una verità quasi inimmaginabile; e gli altri attori, di cui molti provenienti dalle scene teatrali, calzano gli ambigui ruoli elaborati da Dario Argento e Bernardino Zapponi nell'inquietare lo spettatore sull'identità di chi uccide.Una sferzata anche shockante all'immaginario collettivo degli spettatori, che, come si può osservare in una delle scene più belle, quando si arriva all'improvvisa realizzazione di star contando su un piano errato di una verità apparente e di comodo, tutto si blocca, tutto si azzera.E in un corridoio, dove la vicenda ha visto lo scatenarsi di un furore antico , una tragedia dal passato trova la sua eco in una serie di delitti: da qualche parte, riflessa e nascosta nella memoria, la chiave di tutto.
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