JASON BOURNE ( Jason Bourne, USA 2016)
DI PAUL GREENGRASS
Con MATT DAMON, Alicia Vikander, Tommy Lee Jones, Vincent Cassel.
THRILLER/AZIONE
Sembrava che le gesta di Jason Bourne, agente segreto con la memoria a pezzi e però indistruttibile, avessero trovato conclusione con l'atto terzo, e lo spin-off "The Bourne Legacy" doveva aver sancito una ripartenza, non del tutto premiata dagli incassi: ma Paul Greengrass e Matt Damon, che qui collaborano per la quarta volta, dato che il primo episodio di questa saga era diretto da Doug Liman, e i due avevano realizzato, fuori dal contesto, "Green Zone", hanno scelto di raccontare un altro capitolo dell'adrenalinica avventura di Bourne. Il quale lo ritroviamo in Grecia, ove scarica la propria natura violenta partecipando a incontri clandestini tipo "Fight Club", ma motivi personali ( scoprire di più sulla morte del padre) e collettivi ( una nuova forma di controllo informatica sulle vite di chiunque) coinvolgono, una volta di più, il coriaceo eroe nato dalla penna di Robert Ludlum. Forse l'episodio definitivo sul personaggio, "Jason Bourne" sottolinea una volta di più, se ce ne fosse stato bisogno, la dirompente regia di Greengrass, che è uno dei migliori narratori "in movimento" del cinema attuale ( se l'avete perso, ribeccate "United 93", sul quarto aereo dell'11 Settembre): venendo dal documentario, il regista assembla una quantità di inquadrature altissima, miscelandole con un montaggio teso e denso. Molto giocato sull'azione pura, il film presenta solo ad un certo punto una vaghissima ripetitività, ma sul piano della tensione e dell'intrattenimento pensante, è materiale da buongustai: in un contesto in cui l'ambiguità degli enti che reggono gli Stati è conclamata, la determinazione onesta di un Matt Damon dal volto più segnato del solito e la crudeltà compiaciuta del sicario impersonato da Vincent Cassel sono due efficacissimi antipodi.
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