50 SFUMATURE DI GRIGIO ( 50 shades of grey, USA 2015)
DI SAM TAYLOR-JOHNSON
Con DAKOTA JOHNSON, JAMIE DORMAN, Jennifer Ehle, Eloise Mumford.
SENTIMENTALE/EROTICO
Voglio essere sincero, è un pò deprimente constatare che "50 sfumature di grigio" è il campione di incassi assoluto di questa stagione in Italia, e non dico per snobismo, perchè è successo altre volte che un brutto film superi per gradimento del pubblico tutti gli altri (qualche esempio:"Il bisbetico domato", "Natale sul Nilo"...), e che l'adattamento dal best-seller che apre la trilogia di E.L.James fosse molto atteso, era prevedibile: ma le torme di signore e signorine accorse a vedere al cinema i giochi peccaminosi di Amanda Steele e Christian Grey saranno rimaste soddisfatte? Il "Bondage" divenuto non più tabù, ma materiale di largo intrattenimento, come e più di quando giunse sugli schermi "Histoire d'O"? Macchè. In Rete gira roba da rimanere ben più che con le sopracciglia arcuate, e sull'argomento ognuno la veda come meglio crede, io sono tra quelli che ha una visione del sesso solare e divertente, mi pare che qui si vada su una solennità spesso ridicola, ma passiamo oltre: il fatto è che, al di là di una confezione laccatissima, con fotografia ricercata e cura dei costumi e degli ambienti, siamo al Nulla totale. E appunto, il bamboccione scontroso, musone e capriccioso Christian Grey, di una prestanza molto convenzionale, miliardario e in preda a se stesso, con giravolte comportamentali robuste, colpi di testa a tutto spiano, e un'innato disprezzo per il prossimo, appena celato dalle buone maniere di prammatica, non è così interessante: peraltro, l'accostamento con una Candida che vorrebbe rappresentare l'Innocenza allo stato puro, ma si risolve solo in una ragazza a tratti così imbambolata da rasentare una forma di ebetismo, sarebbe quello che dovrebbe dare sostanza al racconto, ma così non è. Perchè se si fosse raccontato, appunto, di un uomo anonimo capace di coinvolgere nei suoi giochi perversi una ragazza che altrimenti non lo avrebbe neanche notato, sarebbe stata tutt'altra storia. Così com'è, "50 sfumature di grigio" sembra un vademecum molto superficiale per signore in vena di prurigine fulminea e altrettanto rapida nell'evaporare. Il volo con l'aliante vorrebbe fare il pari con quello di Meryl Streep e Robert Redford sul fiume ne "La mia Africa", ma siamo ad una rievocazione fioca di tale sequenza, e se si devono fare altri raffronti, l'ombroso Jamie Dorman e l'insipida Dakota Johnson (altra cosa, mammina Melanie Griffith in "Omicidio a luci rosse"...) non sono assolutamente all'altezza di Rourke & Basinger nel già abbastanza mediocre "Nove settimane e mezzo". Purtroppo arriveranno altri due capitoli, e forse pure la versione dal punto di vista di lui.
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